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l'amica di mia moglie

 
Post #1


l'amica di mia moglieEntrai in casa e sentii dei rumori,capii che quei rumori erano dei gemiti di piacere, mi diressi verso la stanza da letto ed apparve una scena stupenda.Mia moglie stava lesbicando con una sua amica, Jessica.Jessica stava gemendo, era anche lei una bella fica come mia moglie. Aveva i capelli lunghi, un fisico snello, e dei piccoli seni, non mi era mai piaciuta tanto fisicamente, ma mi era simpatica e sapevo che voleva bene a mia moglie, erano ottime amiche.Le due stupende creature mi videro, risero e cominciarono a fare un meraviglioso sessantanove.Non resistetti, tirai subito fuori il mio cazzo che era durissimo, mi spogliai, mi avvicinai, quasi invitato dalle due dee e cominciai a limonare mia moglie mentre leccavo la fica di Jessica.Poi cambiammo posizione, mia moglie me lo prese in bocca e cominciò a farmi un pompino, costringendo Jessica a leccargli la fica.Jessica fra una leccata e l?altra disse:?Che bel cazzo, lo voglio.?Ma prima ancora che cambiassimo posizione per chiavare Jessica godemmo tutti e tre contemporaneamente tanto forte che pensai che i vicini pensassero che qualcuno stava male.Mia moglie si alzò e mentre andava in bagno, mi guardò e disse:?Guai a te, se la tocchi.?Ma appena in bagno guardai Jessica, le misi la lingua in bocca, le abbassai la testa spettinandole i capelli e mi feci fare un pompino; il mio cazzo era molle perché ero appena venuto ma in bocca a Jessica riprese ad indurirsi.Rientrò mia moglie e mi disse:?Ti piace la mia amica???Puoi scopartela se vuoi, io vi guardo, sono di nuovo eccitata, dai prendila alla pecorina, e tu tesoro vieni qui a leccarmi la mia fichetta che ha tanta voglia della tua lingua.Jessica disse :tesoro tuo marito ha un cazzo che e? la fine del mondo.Godemmo unaltra volta.Finito mia moglie mi guardò e disse:questa era la sorpresa per il tuo compleanno !Risposi è la sorpresa più bella mai avuta.Poi lei mi disse:Io e Jessica siamo due grandi lesbiche ma ci piace anche il cazzo.Se fai il bravo ti facciamo assistere ogni volta alle nostre lesbicate.Jessica mi guardòe mi disse:hai proprio una moglie stupenda: brava a scopare, brava a fare pompini e brava a leccare la fica.Risposi:Lo so !La donna migliore, la peggiore troiaTu, che solo tu agganciandoti alla mia mente perversa sei riuscito a tirar fuori la peggior vacca che nemmeno io stessa immaginavo di essere. La libertà di esprimermi liberamente senza inibizioni, senza paure, senza ritegno alcuno, è questo quello che mi fa impazzire di noi. il poterti dire tutto quello che mi passa per la testa , il dare sfogo a tutti i miei pensieri malati, regalandoteli e sapendo che li sai apprezzare e catalogare in "mente erotica superiore". Questo mi eccita, il parlarti, il dirti, il raccontarmi e trovare in te continui stimoli e incitamenti a continuare, a non fermarmi mai . vedere come rispondi al mio darti , vedere come ti attizzo, come mi fai eccitare quando mi dici "nessuna mai come te " "sei il mio sogno erotico " sei la donna del mio immaginario erotico che non avevo mai incontrato" ... sentire che siamo sulla stesa linea d'onda, quando ci capiamo sentendoti dire "vacca puttana troia mi fai impazzire come lo prendi, lo prendi bene, ti sfonderei il culo senza passare dalla figa"; sapere che il sesso ci lega profondamente e saperci anche abbandonare ad un bacio profondo in bocca ingoiandoci le lingue dopo avermi chiesto "umiliami puttana, dimmi che sono il tuo schiavo, pisciami addosso che sono umilmente sottomesso al tuo eros" .PamelaConoscevo Pamela ormai da un po' di tempo e come colleghi spesso andavamo a pranzare assieme. Eravamo molto in sintonia per via di alcune passioni in comune, ma ognuno con la propria vita e i propri impegni.Non era bellissima, ma con il tempo ha iniziato sempre più ad attirati. Da qualche mese avevo notato che indossava jeans e vestiti sempre più aderenti che valorizzavano le sue forme s**tenando in me nuovi interessi ...Qualche settimana dopo camminando e chiacchierando, quasi per gioco per una battuta le ho sfiorato la spalla nuda (indossava una maglietta piuttosto scollata) ed ho notato un particolare apprezzamento del gesto tanto da ricambiare accarezzandomi la schiena.La mia mano è scesa allora sui suoi fianchi dove l'ho sfiorata con un breve cenno. Come d'improvviso ho notato i suoi occhi brillare e spuntare da sotto alla maglia due capezzoli duri ben visibili.Pamela si accorse della cosa e si girò un po' imbarazzata facendo finta di niente continuando a parlare.Eravamo ormai sulle scale secondarie per salire al piano superiore, a quell'ora vuote, quando mi trovai il suo sedere fluttuante davanti agli occhi. Con delicatezza e maestria mi si era piazzata apposta davanti mostrandosi nelle sue forme, non esili ma eccitanti.I calzoni aderenti e il tanga sotto facevano il resto, permettendomi di intuire tutto ...Alla mente mi venne subito in mente quando esordì, in seguito ad alcune battute, dicendo che aveva la fica rasata e mi divenne duro da non riuscire a trattenermi.Mi avvicinai per sentire il suo profumo mentre gli occhi rimanevano al bellissimo culo che, dopo pochi istanti presi da sotto con una mano.In un primo momento fece un sussulto e pensai di aver osato troppo, mentre non fece altro che fermarsi allargando un po' le gambe restando girata.Incomincia così a palparla per arrivare davanti alla fica masturbandola da sopra i vestiti ...Le infilano la mano dentro le mutandine per continuare meglio mentre lei si strinse a me strusciando il suo bel culo sul mio pene duro.La mia mano era bagnatissima dei suoi umori quando le abbassati in parte i pantaloni, senza pensare a eventuali colleghi in arrivo, lo tirai fuori ed incomincia a scoparla di dietro.Godeva e mi diceva che il marito non l'aveva mai fatta eccitare e godere così.Ci baciammo profondamente con la lingua mentre continuavo a penetrata. Ad un certo punto l'appoggiai alla ringhiera, girandole la testa le strinsi le labbra alle mie e le sfondati il culo.Dagli umori abbandonati che perdeva la penetrazione avvenne senza sforzi ma le scappò comunque un gridolini che rimbombo' nelle scale.Inzuppati di umori e con lei godente la presi, la girai e spingendoglielo pprofondamente in bocca venni copiosamente, facendole ingoiare tutto.Mentre ansimanti cercavamo di riprendere lucidità sentimmo salire qualcuno e ci vestimmo velocemente.In breve tempo arrivò una collega che salutammo cercando di far finta di niente ma accorgendoci tutti che Pamela era completamente bagnata davanti ...La collega rimase un po? perplessa ma proseguì facendo in modo di agevolarle la strada per il bagno.Un sorriso malizioso fu il nostro arriverderci per un prossimo incontro . . .La mia Venere"Lunedì: giornata bellissima, contatto una sorellina chiedendole un incontro, dopo vari messaggi mi conferma che mi vuole incontrare il giorno dopo, martedì..."Lunedì: giornata bellissima, contatto una sorellina chiedendole un incontro, dopo vari messaggi mi conferma che mi vuole incontrare il giorno dopo, martedì. Sono felice per la sua decisione, mi sembra una persona seria, le sue foto mi fanno eccitare e al pensiero di vederla in carne ed ossa, con indosso un bel gonnellino e delle calze autoreggenti favolose, un pisellone da favola coperto a mala pena da un originalissimo perizoma, il mio pene si raddrizza in modo spettacolare: io stesso me ne faccio meraviglia e, il solo pensiero di poter toccare quella Venere, lo rende soddisfatto facendolo spruzzare una quantità straordinaria di crema!Da parte mia c'è un po' di timore per il luogo dell'incontro che lei mi ha indicato, ma, accetto la sua proposta! Il mio pensiero va già a come dovrò presentarmi vestito, o meglio dire svestito, per soddisfare il piacere della mia nuova amica che incontrerò! Per prima cosa decido di depilarmi, perlomeno le parti intime, anche se non sono molto peloso per natura. Rasoio e gel per depilazione femminile (che lascia la pelle morbida e profumata) e mi metto all'opera, pelo dopo pelo rendo il mio inguine e il mio culetto lisci e delicati e a toccarmi mi sento soddisfatto dell'operato! E' ancora lunedì sul tardi e decido di andare a letto: mi addormento subito pensando a quanto sarebbe successo la sera del giorno dopo!Martedì: il pensiero dell'incontro mi fa svegliare presto la mattina, contatto ancora la mia Venere e ottengo conferma di quanto deciso il giorno prima! Alle otto esco di casa e mi reco al lavoro, sempre con il pensiero fisso dell'incontro. Durante il giorno, controllo di tanto in tanto la mia depilazione e mi accorgo che non è perfetta: decido che appena possibile la migliorerò! Rientro a casa, la prima cosa contatto lei, levo gli ultimi peli, metto una crema a base di olio di mandorla, controllo il tutto e decido che il mio lavoro è più che soddisfacente! Dopo una bella doccia comincia la vestizione! Fra tutte le mutandine che ho, slip, culottes, e perizomi decido per uno di questi ultimi, nero con un pizzo delicato, il filo mi entra nel solco e comincia a svolgere il suo splendido servizio per farmi sentire una donna pronta a soddisfare un'amante! Un paio di autoreggenti nere, con lo stesso pizzo del perizoma, completano l'opera e si riflettono nello specchio dando un'immagine spettacolare delle mie gambe, mettendo in risalto la parte delle cosce scoperte e lisce! Mi tocco le calze e un calore mi sale dai piedi fino all'inguine, mi sento perfetta per quello che posso essere! Finisco il tutto coprendo, almeno in parte, con una gonna attillata in jeans alta 30 centimetri. Visione celestiale, il risultato è ottimo! Mando un ultimo messaggio e decido di partire perché ho circa cento chilometri da fare per trovare un attimo di paradiso! A dimenticavo, metto una maglietta comune (non posso permettermi di mettermi un bel reggiseno o un corsetto, anche se mi sarebbe piaciuto, c'è sempre il rischio che qualcuno mi fermi per un controllo) un paio di pantaloni neri della tuta e un paio di scarpe da ginnastica (le scarpe di Annone con il tacco purtroppo devono pazientare nella loro s**tola). Strada facendo, il perizoma continua a farsi sentire e ciò mi da un senso di appagamento unico, le mie mani ogni tanto scendono sotto la tuta, sorpassano la gonna e sfiorano le calze, mi sento femmina! Arrivo all'appuntamento con anticipo, forse c'è stato un malinteso, la mia Venere non c'è! Peccato, aspetto un po', poi decido, sarà per un'altra volta si torna a casa, deluso un tantino sì, ma di me stesso perché non sono riuscito a definire in modo certo i dettagli dell'incontro! In macchina mi sento donna perché ho levato la tuta e sto guidando in minigonna e autoreggenti, vado piano e rispetto tutti i limiti di velocità perché non voglio correre il rischio di essere fermato. a metà strada devo andare in bagno, mi rimetto i pantaloni della tuta, entro in un bar, bevo un caffè, e vado in bagno; la porta non chiude, comunque decido di fare i miei bisogni corporali! Abbasso la tuta, alzo la mini, abbasso il perizoma e..... proprio in quel momento qualcuno spinge la porta, che io cerco di trattenere, mi vede sicuramente, e richiude. Il cuore mi palpita in gola! Finisco velocemente, esco dal bagno, ci sono una decina di persone, uomini e donne, mi squadrano in silenzio, io arrossisco in modo pazzesco, pago il conto senza girarmi, il cuore batte a mille all'ora, mi avvio verso la porta: una voce dietro di me dice "quando me lo dai il tuo culetto!". Allungo il passo, salgo in macchina, percorro una decina di chilometri e mi fermo per tirare un sospiro di sollievo, mi levo i pantaloni e in minigonna torno finalmente a casa mia! Che giornata, mi dispiace per la mia Venere, ma nonostante tutto, per me, è stata un'altra giornata positiva nella crescita della mia femminilità!Carmen"Mi meraviglio di un?erezione più meccanica che altro mentre prendi a muoverti su di me, lo sai che sono da un?altra parte e quindi chiudi gli occhi..."Hai le mie zanne nella schiena. Ogni morso è un pezzo di te che digerisco, se preferisci non ti dico cosa succede dopo. Ogni rivolo di sangue è una parte di te che non sentirai più, questo è quello che faccio, svuoto le persone fino a renderle involucri vaganti, valigie vuote dimenticate in stazione, alberi rinsecchiti su cui neanche gli uccelli vogliono più fare il nido.Sono la mano che ti tocca mentre dormi.Puoi crederci ancora, se vuoi; puoi cercare di proseguire la nostra notte, sento le tue labbra sulla schiena, sulle spalle, sul sesso, non fa alcuna differenza: ti sento ma non sono qui. Pensavo potessi fermare questa sete, questo bisogno alieno e inaspettato di contatto; invece vorrei solo essere da un?altra parte, lontano anni luce da te, da me, da tutto e tutti, chiuso sottoterra a urlare ai muri. E invece sono ancora qui, con i brandelli della tua pelle che pendono dai miei denti. Volevi annullarti in me? Peccato. Io ti annullo anche ma qui non entri, bussa quanto vuoi, bacia tutto quello che vuoi, metti la bocca ovunque, strusciati su di me, leccami, graffiami, mordimi, non hai alcuna speranza di entrare.Sono il campanello di una casa abbandonata.Non ti arrendi, mi anneghi nel tuo seno, soffi sulle braci cercando di ritrovare un po? di quel calore che sembra svanito nel nulla; ho una brutta notizia per te, è effettivamente svanito nel nulla. Ti siedi sulla mia faccia, mi inciti, riprendi in bocca con foga l?unica parte di me che mi fa ancora somigliare vagamente a un uomo. Sono ancora un uomo? Non lo so. Non so più cosa sono, non so più chi sei, non so più cosa voglio, so solo che mi manca l?aria e vorrei scappare ma non posso. Ti sento venire di nuovo nella mia bocca, ormai ti conosco così bene che posso farti vibrare come una corda di violino anche se sono a miglia di distanza. Cosa cazzo c?entrano le miglia poi, da quando usi le misure degli sporchi monarchi imperialisti? Forse questo non è il pensiero più adatto al momento.Sono l?orologio al polso di un uomo morto.Mi sali sopra e mi prendi dentro di te.Sento tutto, non sento niente. Mi meraviglio di un?erezione più meccanica che altro mentre prendi a muoverti su di me, lo sai che sono da un?altra parte e quindi chiudi gli occhi. Ma allora che senso ha tutto questo? Ci stiamo aggrappando ad una speranza, stiamo sperando nel tempo, grande consolatore, mastro riparatore di vite. Il tempo che è passato dal primo bacio, dalla prima volta che ti ho avuta, quando il mondo era un posto diverso; o forse non era diverso un cazzo, forse era il mio di mondo ad essere diverso e ora invece cade a pezzi, esattamente come me. Vorrei essere ancora con te in questo momento, mentre fai su e giù con me intruso nelle tue viscere, invece sono arrotolato su me stesso, legato, impacchettato e spedito in capo al mondo. L?odore di sesso che un tempo mi faceva perdere il controllo ora mi irrita, vorrei aprire le finestre e sentire il vento spazzare via tutto. Vorrei sentirmi vivo, ancora per un attimo solo.Sono un mozzicone ancora acceso sul marciapiede.Ti giri, mi vuoi da dietro, non mi oppongo, forse dovrei. Mi sento in colpa, mi sembra di usarti anche se in realtà non provo nulla mentre tu continui a godere, quindi mi sento stupido per sentirmi in colpa, poi mi sale l?orgoglio del fallito e mi sento offeso da me stesso per essermi sentito stupido per essermi sentito in colpa. Capisci quando ti dico che è un casino? Ti prendo per i fianchi e inizio a sbatterti come se non ci fosse un domani, è questo che volevi? Libero la bestia, sfogo la violenza, ti faccio urlare fino a farmi fischiare le orecchie, è questo che volevi? Mentre cerco di lasciar fuoriuscire tutto il marcio che sento dentro mi rendo conto che in verità non ho più nulla dentro. Non so cosa mi stia guidando, non c?è violenza, non c?è marciume, non c?è nessuna bestia. Non c?è più niente, tu non hai una faccia, io non ho un nome, ?noi? non abbiamo più niente e io non voglio più nulla di tutto questo. Ti esplodo dentro, ti aspetti che come al solito io scoppi a ridere subito dopo. Mi spiace, non c?è un cazzo da ridere, oggi proprio no. È finita e non potrei esserne più felice. Felice? Ma per favore. Al limite un leggero formicolio dietro le ginocchia, ecco.Ora però non voglio più essere toccato, non voglio essere guardato, non voglio che nessuno chiami il mio nome. Mai più, per favore.Sono una bara interrata, se scavi a mani nude fino a trovarmi puoi scoperchiarmi ma ti avviso: dentro non c?è nessuno.Mia moglie fa la prostitutaMarito e padre modello, da un po? di tempo mi è salita una strana voglia: quella di far diventare mia moglie una prostituta.Si, no scambi di coppia o cuckold, mi piacerebbe proprio che mia moglie fosse una gran puttana e lo facesse per soldi, anche se non la vedo, già il pensiero mi eccita.Più facile a dirsi ovviamente, lei madre di famiglia, da poco oltre i 40, non avrebbe proprio il "phisiquedurole", è magra e carina ma con poco seno e anche poche labbra, poco male direte voi c'è la chirurgia estetica se non fosse che mia moglie è proprio il contrario: una moglie fedele all'inverosimile, anche se...Anche se da qualche tempo quando facciamo sesso, le sussurro all orecchio di fantasie con più uomini e lei si bagna da morire, le ho chiesto dopo un paio di volte di vestirsi un po? più sexy quando facciamo l'amore(lei indossa sempre cose comode di solito) e anche li ha soddisfatto la mia richiesta senza battere ciglio. Io però non sono un uomo che vuole comandare la sua donna, voglio che quello che fa lo faccia con voglia ed entusiasmo così le ho detto e lei mi ha confermato che la cosa la sta divertendo e la eccita.Così abbiamo creato questo suo alterego, Stefania è il nome datole, che ci raggiunge qualche sabato sera quando i bambini sono a nanna e abbiamo voglia di giocare ma io però non mi accontento. Da un po? abbiamo deciso di comprare casa, ma quelle che ci piacciono non sono alla nostra portata così, facendomi due conti, ho visto che con una moglie escort che porta a casa un migliaio di euro al giorno vivere nel quartiere più in della nostra città sarebbe molto più facile. Ho provato pure a dirglielo scherzando, ovviamente apriti cielo, però quando c'è Stefania le cose un po? cambiano. Così una sera le dissi, voglio portare fuori Stefania, a cena in un paese magari in una località turistica di mare dove non ci conosce nessuno, così dopo una prima ritrosia e tante discussioni riuscii a convincerla.Non stavo più nella pelle, avrei portato in giro in giro mia moglie, esibita come se fosse un trofeo di caccia, vestita come un puttanone per le vie della Versilia, a molti chilometri da casa. La preparazione fu lunga ma venne fuori un?altra persona: capelli neri corvino lunghi (parrucca), ciglia finte voluminose, unghie alla francese, push up, tubino nero a balze sul culo perizomato, autoreggente color carne, tacco 12 pitonata grigia, giacca bianco di vernice, lucida (ovviamente al suo guardaroba avevo provveduto io) sembrava di averla trovata su un sito di incontri on line.Arrivammo sul passeggio a tarda ora, (volevo che ci fossero più uomini e poche donne), lei era in evidente imbarazzo; non mi lasciava il braccio mentre io le sussurravo di rasserenarsi e che non ci conosceva nessuno e nessuno l'avrebbe mai potuta riconoscere conciata così seppur la conoscesse.Tutti i ragazzi al nostro passaggio al suono dei suoi tacchi non le toglievano gli occhi di dosso, si sentì anche qualche fischio, io ero orgogliosissimo, ma non lo diedi a vedere anzi facevo lo stizzito. Ci sedemmo poi in un locale vip dove i pochi astanti si domandavano chi fossimo, un tipo sulla sessantina il cassicocumendda milanese in vacanza con la felpa sulla camicia non le toglieva gli occhi di dosso. Mi moglie seppur nei panni di Stefania non riuscì a recitare la sua parte, solo dopo il terzo drink la vidi più rilassata e le chiesi se aveva notato l'uomo. Lei disse - "chi? il commendator Zampetti?"Scoppiamo in una fragorosa risata Stefania era finalmente arrivata al tavolo.-"Sta sbavando come un porco" mi disse"Guarda ora, eh" e così facendo accavallò le gambe mostrando il pizzo dell?autoreggente.Il commendatore sobbalzò vistosamente.E così visto che Stefania voleva giocare, cominciai a giocare pure io, così le dissi che dovevo andare in bagno ed entrai nel locale, passando davanti al commendator Zampetti gli feci cennò di seguirmi. ci ritrovammo al bancone del bar interno.-"guardi mi deve perdonare" disse subito il cumenda"ma sua moglie è uno schianto terribile" quasi per scusarsi-"non è mia moglie " dissi io mentendo spudoratamente"è un escort di professione che mi è costata duemila euro per due giorni""E la Madonna?." esclamò il cumenda"Ma siccome io sono stanco di lei e le devo ancora dei soldi" dissi io " gliela potrei cedere volentieri per la prossima notte"Non disse niente prese solo il blocchetto degli assegni e la penna"No guardi, aspetti un attimo, facciamo così lei mi da 500 euro ora a me in contanti, parlo alla signorina Stefania, e se lei è d'accordo l'assegno finale da 1500 euro glielo fa a lei, va bene?"Va benissimo" disse il cummenda non credendo alle sue orecchie, tornai al tavolo. Non sapevo come dirglielo, menomale che nel frattempo mia moglie continuava a bere.-"Stefania ti devo dire una cosa"-"dimmi amore"Optai per una via molto diretta-"sai chi ho incontrato dentro?-"No amore, chi? ?-"Il commendator Zampetti"-"e che vuole?"-"ti vuole scopare"Scoppiò a ridere pensando che stessi giocando, rispose-"A ma mi deve dare minimo 500 euro"-"te ne da duemila?.."le dissi io-"Questo è l'anticipo" e tirai fuori 500 euro in contanti.-" il resto a cose fatte"Calò il gelo per un attimo, poi si cominciò a farfugliare-"Giacomo io pensavo che stessimo giocando tra di noi"-"si ma duemila euro tu, da commessa, li fai in un mese di lavoro"-"ma c'è una certa linea che non va superata"-"ma è vecchio durerà 20 minuti, e poi tu non sei geloso?"-"io ? geloso? mi è venuto duro , basta che ami solo me, è un po? di ginnastica, tutto qui"Un silenzio seguì un altro cocktail mentre feci cenno al commendatore di avvicinarsi-"o mi raccomando che ho detto che lo fai di mestiere"Quando le dissi così mi guardò male ma nel frattempo arrivo il commenda."Allora commendatore le presento la signorina Stefania, Stefania il commendator? ""Roccia, Guido Roccia, incantato" mi sovrastò " ma lei non aveva quell?impegno lì, di cui mi parlava?"Praticamente aveva anticipato il gioco e mia moglie sembrava avesse già iniziato a divertirsi. "Vai caro, vai sono in buone mani."Non potendo tornare a casa, girai per locali sperando che mia moglie si sbrigasse presto, fino a che mi addormentai in macchina.Verso le 6 mi chiamò mia moglie e mi disse che la andassi a prendere in hotel.Corsi verso di lei, ei era stanca sfatta sembrava una ladra a come veniva via dalla hall dell?albergo. Non volle parlare, fu un lungo viaggio fino a casa, si riposò e si fece un lungo bagno approfittando del week end di feste. Poi, nel pomeriggio, davanti ad una tazza di tè, le chiesi:- Allora?..non mi vuoi raccontare?- Che ti devo dire?.. disse lei, sembrava reticente.- La verità, dissi io, sono tuo marito, non ti giudico ti amo.- La verità è che non è stato affatto male, a parte la sensazione di sporco che ci si sente addosso, forse perché ero ubriaca, devo dire che non è stato poi così male.- Cioè, vorrei sapere nei dettagli cosa è successo quando mi avete praticamente allontanato?..- Abbiamo bevuto un paio di altri cocktail, io non volevo ma lui li ha fatti portare lo stesso, e parlava,parlava, parlava tanto.- E che diceva?- Ma blaterava di un sacco di cazzate, millantava proprietà e viaggi, raccontava storie di vita, è stato divertente.- Divertente?- sì, le storie erano divertenti.- E poi?- E poi siamo andati in albergo.- E come si è comportato?- Dai non mi sembra il caso che tu sappia??- No che dici devo sapere?..- Sei sicuro?- Si ci mancherebbe, era solo sesso, ginnastica no?- Si ci mancherebbe amore, lo sai che amo solo te però- Però?- E' stato una bomba, sarà stato il viagra ma non veniva mai, forse era pure l?alcol, aveva un cazzo sempre in tiro e grosso di diametro, sentivo sempre una mazza che mi premeva da qualche parte.Cominciavo ad ingelosirmi ma nel frattempo mi veniva su durissimo.- Poi è stato gentile, mi ha spogliato con garbo e delicatezza come se lo sapesse che non ero una del mestiere.- E tu?- Io ho cercato di non farmi beccare, gli succhiavo il cazzo come mi dici di fare?..quando faccio questa operazione lo leccavo dalle palle in su fissandolo negli occhi, poi me lo sono insalivato tutto prendendolo in bocca.Mentre parlava me lo sono tirato fuori- No amore non ne ho voglia oggi scusami.Mi bloccò subito lei- Poi devi sapere una cosa,anzi due.- Dimmi?.con un piccolo sospiro un po? annoiato- Per quello che ha pagato ha voluto pure il culo.- Ma se il culo non lo dai neanche a me?- Sì, lo so, mi ha fregata, io non volevo, ero stesa a gambe all?aria, ci ha messo un attimo, me lo ha bagnato che io non capivo cosa stesse facendo ed è entrato.- E adesso, dopo che hai fatto la troia con lui, non me la vuoi dare? Dissi io con un tono di stizza- Smettila Paolo. Mi rimproverò lei alzando la voce. Sei tu che sei voluto arrivare a tanto ed ora ne paghi le conseguenze. Io devo capire delle cose e perciò ti devo chiedere una cosa.Così facendo accavallò le gambe in un fare che non le era proprio ma che mi eccitò e mi calmò al tempo stesso.- Cosa amore mio? dissi io- Mi aiuti a capire?- Certo, Cosa dobbiamo fare amore?- Io ci devo riprovare, però con qualcun altro. Mettiamo un annuncio.Senza commentare risposi, ?Ok??.???Gli inizi di una transDa piccolo già manifestavo un interesse per l'abbigliamento femminile ed in particolare per le calze e collant,le toccavo e indossavo di nascosto anche se erano ancora troppo grandi. Passati alcuni anni,verso i 15 -16 trovai un libro sulla sessualità ed in particolare fui colpito dal capitolo che trattava dell'ano maschile,fu una rivelazione.Qualche tempo dopo,trovai una pagina strappata da una rivista porno ove delle persone scrivevano al giornale.Tra queste,trovai una nella quale un tipo si dichiarava un culo di vecchia data e che per esercitarsi, ogni giorno si infilava due dita nell'ano e questa inserzione era corredata da una foto in cui si vedeva un culo con le dita infilate dentro.Fu la svolta.Da quel momento quando mi masturbavo incominciai ad infilarmi le dita nel mio culetto,prima una poi due leccandole quando le toglievo.Mi eccitava da morire sentire l'odore ed il sapore del culo.Quando ero da solo,oltre alle dita nel culo raccoglievo la mia sborra e la spalmavo sul buco spingendola dentro.Non soddisfatto,incominciai ad infilarmi degli oggetti come i manici dei cacciavite e simili.Finalmente arrivò il sesso vero. Un pomeriggio di tarda primavera,con un mio coetaneo ci appartammo in una zona boschiva e ben nascosta per sfogliare il solito giornaletto.Uno affianco all'altro,inginocchiati,pantaloni abbassati con gli uccelli in tiro sfogliavamo le pagine.Non so come,ci ritrovammo a masturbarci a vicenda,l'eccitazione stava salendo al punto che mi abbassai,aprii la bocca e gli presi il cazzo.La prima di tante volte.Ricordo aveva un sapore che mi piaceva molto ed iniziai a succhiarlo come meglio potevo,mentre lui mi segava.Non ci volle molto, improvvisamente si ritrasse ed un fiotto di sborra si riverso sull'erba quasi in contemporanea venni anche io.Ci rivestimmo e tornammo alle nostre case. Qualche settimana dopo avvenne un ulteriore salto di qualità.Mi invitò a casa sua,era da solo. Arrivai eccitato al massimo. Senza perdere tempo andammo in camera sua e ci spogliammo completamente.Questa volta fu lui per primo a prenderlo in bocca,poi venne il mio turno,con gli uccelli ben umidi ci sdraiammo su un fianco per il nostro primo 69. Era bellissimo,ad un certo punto lasciai l'uccello e passai a leccargli dapprima le palle pelose e poi l'ano circondato da una folta peluria,riscoprendo l'odore ed sapore di un culo.Il momento era arrivato.Mi tolsi da lui e mi misi alla pecorina offrendogli il culo.Sentivo la cappella spingere,mi bruciava un pò ma resistei finchè non accolsi la sua giovane verga nelle mie viscere.Sverginato da un cazzo vero,finalmente!!Diede quattro colpi,lo tolse,avevo il culo che mi bruciava,sentii la sborra calda cadermi sulla parte finale della schiena e colare tra le mie chiappe fino alle palle.Mi segai fino a venirmi in mano e come in passato mi spalmai il seme sul culo mischiandolo al suo.Al termine mi sentivo completamente soddisfatto dal mio ruolo passivo. Me ne andai pensando solo alla prossima volta.Non trascorse molto tempo,nuovamente a casa sua.Entrambi nudi mi fece andare al bagno ove alla meno peggio mi truccò da donna,poi dal cesto della biancheria prese un paio di calze della madre e le indossai. Quanto tempo non sentivo le gambe fasciate dal nylon,mi eccitava da morire.Nella sua camera,come sempre partimmo con il 69 poi in ginocchio alla pecorina mi penetrò.Ormai la via era aperta ed accolsi il suo membro senza difficoltà.Durò più a lungo,al punto che cominciavo a godere anche io. Questa volta però,un volta fuori si mise davanti e mi cacciò l'uccello in bocca.Richiusi le labbra rosse di rossetto e succhiai.Uno,due ,tre fiotti di seme caldo la riempirono.Mandai giù una parte,la rimanente al sputai sulla mano e me la passai sul viso.La prima sborrata in bocca,aveva un gusto migliore di quanto credessi,anzi mi piaceva proprio!Al termine mi accorsi che avevo l'uccello moscio ma gocciolava sperma,ero venuto senza accorgermi.Il mio amoreAvevo paura, avevo paura della sua reazione, era troppo bella, un viso d?angelo, un corpo meraviglioso,una mia compagna di squadra, giocavamo insieme a pallavolo, lei palleggiatrice e io centrale, ma aveva il ragazzo, uno stronzo che la faceva soffrire e piangere, io ero innamorata di lei, amavo come si vestiva, come camminava e come mi abbracciava ogni volta che si faceva il punto in partita. Però un giorno presi coraggio, non potevo stare le notti senza dormire pensandola, non potevo pensare che stesse sulle braccia di lui, la volevo tutta per me e così al ritorno di quella partita, in macchina dietro io e lei, il viaggio lungo, lei si appoggia a me per dormire, mi piace, le accarezzo i capelli, la bacio sulla testa e lei sembra gradire questo mio gesto, mi faccio un po? audace, le cerco il seno, ha la tuta aperta e la maglietta bianca sotto di cotone, non ha il reggiseno e con il mio dito sfioro i suoi capezzoli, ecco ci siamo, si morde il labbro e mi guarda, la sua mano va verso il mio interno coscia, io apro le mie cosce cercando di capire se l?autista possa vedere quello che stiamo facendo, ma la notte ci copre e mancano ancora 100 km per arrivare a casa. Ora la sua mano si fa più audace, arriva fino al bordo dei pantaloni della tutta e ci entra dentro, io continuo a giocare con i suoi capezzoli, lei arriva fino ai peli del pube, ha tutta la mano dentro, scende ancora più in basso, mi accarezza il clitoride, la mia figa è un lago, ho un orgasmo,ma trattengo il gridolino di gioia per non farci scoprire, le affonda le dita dentro di me, sono sua, io stringo il suo seno e con l?altra mano sono sotto la sua maglietta, arrivo a toccare quella rosa di dolcezza che il suo petto teneva, un seno meraviglioso, morbido e sodo e un capezzolo duro come un chiodo, lei mi masturba, io abbasso la mia testa verso di lei e la bacio in bocca, un bacio che non scorderò mai, il mio primo bacio saffico, entro con tutta la mia lingua, cerco la sua, giochiamo un po?, in gran silenzio, sono contenta di questa situazione, finalmente il mio sogno si è avverato. Sto per avere un altro orgasmo, spingo il mio pube verso fuori, così possa lei penetrarmi con la sua mano ancora più in fondo, le strizzo quella tetta e il nostro bacio diventa il nostro volume dei suoni che si abbassa fino al minimo. Lei stacca la mano, si staccano anche le nostre labbra, mi bacia sulle labbra e mi dice ? Senti, stanotte imiei sono alla casa al mare,vieni a dormire con me, io ho paura di rimanere sola ? un invito come questo non potevo non rifiutarlo, dico di si, prendo il cell. avverto i miei che dormirò a casa di Federica, le prendo la mano e dico ? Sono contenta che tu me l?abbia chiesto, anch?io avrei paura di dormire da sola, ma con te vicino è tutto un?altra cosa ? ormai manca poco all?arrivo a casa sua, ancora pochi chilometri e saremmo arrivati a destinazione. Le tengo la mano e mi accuccio con la mia testa sopra il suo seno, mi accarezza, con il dito gioca con il lobo del mio orecchio, si abbassa e mi lecca dietro l?orecchio, mi vengono i brividi, sono molto sensibile in quella zona, mi morde adesso il lobo, mmmm che bello, ho un brivido in tutto il corpo, è molto brava è dolce. Ci siamo, eccoci arrivate, scendiamo, apriamo i portabagagli, prendiamo le nostre borse, salutiamo il nostro allenatore ed entriamo a casa sua. Poggiamo le borse, ci abbracciamo e ci baciamo ancora ? Perché hai aspettato tutto questo tempo per dirmi che mi amavi? Avevi paura della mia reazione? Si è vero stavo con Beppe, ma io ti ho sempre amata.- la guardo negli occhi ? Ma anche tu potevi dirmelo prima invece di farmi penare per giorni e mesi, ma l?importante amore mio che ora siamo qui io e te,da sole, e stanotte cercheremo di recuperare il tempo perso ? ci baciamo ancora, ma Fede mi dice ? Amore, puzzi di sudore, dai vieni che ci facciamo il bagno insieme, vai su, prepara la vasca, acqua calda naturalmente, che io vado a prendere le candele. Salgo su, pulisco la vasca con il telefono, la tappo e faccio scendere l?acqua calda con un po? di acqua fredda, lei arriva, ci spogliamo, mette le candele dappertutto, le accende, spegne la luce, butta almeno mezza confezione di bagno schiuma, e con la mano crea della schiuma, ci siamo, la vasca è al culmine ci immergiamo e??Una fidanzata cagna- Buonasera cagna, sei pronta? -- Buonasera Signore, sì sono pronta. ? La cagna è in piedi davanti al PC, oltre al maglioncino, che si sta levando, indossa solo delle pantofole da camera con il tacco basso. - Bene, leva quel maglioncino e fatti vedere, fammi vedere cosa hai scritto sul seno. ?Il giorno prima l?avevo obbligata a scrivere sul suo seno ?Cagna del mio Master.?- L'hai fatta bene la scritta che ti ho ordinato ieri? Si vede ancora? -- Sì Signore ? dice finendo di spogliarsi e mostrandomela - ho scritto sulle tette e sulla pancia ?Cagna del mio Master? e ogni volta che mi lavo la ripasso. La vede? ? Ora è nuda ed è notevole, scalcia le pantofole ed ora l?unica cosa che indossa è un robusto collare il cui guinzaglio le scende tra le magnifiche tette.- Vedo, vedo, sei una bella cagna. ?- Grazie Signore ? mi risponde.- Ok, ora prendi il guinzaglio in bocca mettiti a quattro zampe e vai in gabbia. - Si... ? mi risponde ora tesa, sa che i convenevoli sono finiti e si comincia a fare sul serio. Vedo che gattona verso la gabbia, le sue natiche sono rivolte alla cam e sono molto interessanti.- Ci sono. ? Mi dice quando è dentro la gabbia. Una gabbia con tutti i lati di un metro che la contengono bene, ma non le permettono né di alzarsi, né di distendersi, può starci solo a quattro zampe o accucciata. Ovvero nelle posizioni di un cane.- Brava troia, tutti gli oggetti sono lì? -- Si! -- Prendi il plug in bocca, sistematelo vicino alle zampe e leccalo ? le ordino.- ok... ? è esitante, ma obbediente.- Leccalo bene come se fosse il tuo osso preferito. ? E lei lecca, devotamente.- Sì Padrone, lo sto leccando. -- Bene troia, ora voglio che ti prendi una tetta in mano e te la lecchi, poi mordi il capezzolo e poi passa all?altra. Cosa ne pensi? Puoi rispondere.?? Signore, mi sento una porca così. -? Lo sei, e sarai degradata come una cagna. Vedo che i tuoi capezzoli sono ritti. -? Sì Signore. -? Mordili vacca, voglio che senti male. ?Li lecca e li morde, prima il sinistro e poi il destro. Vedo che stringe i denti e soffre. La cagna si sta comportando bene.? Fanno male Padrone. ? Non mi curo del suo male, ma l?incalzo.- Ora abbaia cagna fammi sentire che abbai. -- abbaio Signore? -? sì, fai bau bau, bau? mordi i capezzoli ed abbaia, mordi ed abbaia? -? Ok. Cai, cai, cai, amfh, bau, bau. -? Sìììì troia, continua. Ti fanno male i capezzoli? ti senti ridicola ad abbaiare? Sei eccitata? -? Mi sento un idiota Padrone. I capezzoli sono arrosati ed inizio ad eccitarmi. ? In effetti i capezzoli sono belli rossi. Non insisto, mi piace di più degradarla che farla soffrire.- Ok, lecca il plug e passalo sulla fica. -- ok... -? accarezzati la fica con il plug ed abbaia. -? devo abbaiare ancora? -? sì troia. Come una cagna! -- Lo sto mettendo Signore? È dentro. -- Puoi anche guaire e fare versi da cagna, immedesimati nella cagna che sei. -- Oh? ok Signore, non mi sono mai sentita così ridicola. Cai, cai, cai, amfh, bau, bau. -La cagna è molto divertente, non posso fare a meno di sorridere e deriderla.- bene troia, abbaia e guaisci, come se un bel cagnone fosse lì a fotterti e morderti sulle spalle mentre ti monta. -- ... ok... Mi sto bagnando. -- fammi sentire, non ti distrarre. -- amfh, cai, cai, cai, amfh, bau, bau. -Nella posizione in cui si trova vedo il suo viso, ma non vedo granché del plug nella sua fica e chiedo. ? Come va cagna? -- È aperta bene ora Entra ed esce facilmente ora. -- così va bene, ora gattona fino alla scrivania, lecca le gambe del tavolo, dai delle belle leccate e ritorna alla gabbia. Fallo tenendo il plugu in fica, non lo perdere. -- ? ok... -L?osservo mentre a 4 zampe viene verso la scrivania dove è posizionata la cam, purtroppo non vedo come lecca, dopo qualche decina di secondi la vedo ritornare indietro. Ha un culo fantastico. ? brava la mia cagnolina. -- Sto bagnandomi... -- sei sempre in calore, rientra in gabbia. -- Va bene. Ok? -- ora leva il plug dalla fica e mettilo in culo. Piazzalo sul muro che sta sul retro della gabbia ed inculati. -- Come una troia.- Sei una troia, una vacca a disposizione di chi ti domina. ? Non vedo granché e chiedo - l?hai sistemato in culo? -- Mi sta usando come una vacca da monta ogni giorno. Sì l?ho sistemato.- Mi stai servendo spesso è vero. E? il tuo compito e non ti lamentare altrimenti ti punisco. ?- Sì Signore. -- Vorrei essere lì troia. E? dentro? ?- Sì Signore, è dentro, fa male. -- bene troia, non lo perdere. -- Se fosse qui si limiterebbe a guardare? -- No, non guarderei soltanto, ti userei. Ti piace essere usata? Ti piace non avere scampo? Ti piace essere ridotta allo stato a****le? - - Mi eccita, ma mi fa sentire uno schifo. -- Sì, immagino. Ora tocca al vibratore. Come è? - Quale? -- Il più grosso come è? ?Me lo mostra ? E? a forma di cazzo anatomico, più di 20 cm. -- leccalo, sempre tenendolo fermo con le zampe. -- Ok... -- leccalo bene. -- Lo prendo in bocca? -- Sì, prima lo lecchi e poi lo prendi in bocca, come una cagna con il suo osso preferito. -- ... ok. -- prendilo in bocca cagna. -- Come se mi scopassi in bocca? -- sì, ma il vibratore sta fermo e tu vai su e giù con la bocca. - - Ok... ? La vedo che fa il pompino al vibratore, è deliziosa. Non vedo invece quello che succede dietro. - Se muovi il culo contro il muro il plug penetra? .- Si... Signore. -- ed allora fallo e continua a pompare il vibratore. -- ... ok? faccio schifo. -- sei magnifica troia, ti apprezzo molto. -- Mi scoperebbe dopo??? -- Forse, ora metti il vibratore in fica. Sei bagnata? - - Lasciando il plug in culo? Sì sono bagnata, sto colando. -- Certo che il plug deve stare in culo. - - L?ideale sarebbe che mentre tu fai questi giochini con me, io mi scopassi un?altra schiava. Non lo trovi divertente? -- Cioè, io mi scopo con gli oggetti e lei si scopa un?altra? -- Sarebbe piacevole. Non sei d?accordo? ? La osservo è avvilita e infierisco. - Non ti distrarre mena il vibratore in fica e muovi il culo, non dimenticare il plug. - - ... cioè ...., lei usa un?altra ed io faccio la cagna per eccitarvi. -- Vedi quando vuoi ci arrivi. Sì, proprio così. -- ... e riderebbe di me l?altra? -- Sì, intanto che questo pensiero ti penetra in testa come vanno le altre penetrazioni? ? Poi le rispondo meglio ? penso che riderebbero tutti, certo, anche l?altra schiava. -- Sono apertissima? fa male e sto colando. - - calma troia, ora lecca il vibratore piccolo, lascia vibrare quello grosso in fica e continua a fare andare avanti ed indietro il culo. ? Lei prende il vibratore piccolo, ma non può fare a meno di esprimere il suo sentimento di afflizione. ? Cagna anche di una slave? -- Se voglio sarai ubbidiente anche con lei. Comunque non intendo vietarle di ridere di te. -Inizia a leccare - ... oddio anche l?altro vibratore? -- Sì, prendilo in bocca e leccalo. -- toccati anche il clitoride. -- Sì Signore, me lo sto taccando. Mi sta riempiendo tre buchi. - - Come va con tutti e tre i buchi pieni. -- Peggio di una troia, una da sesso di gruppo. -- Non ti piacerebbe? Mentre rispondi usa tutti e tre i buchi. Devi imparare. - - Cosa, devo imparare??? ? La sento isterica e spaventata.- A servire anche più Master e se voglio anche Mistress. -- Nooo, la prego, Mistress nooo. ?- Decido io e comunque ora aggiornami su come è messa la tua fica. -- Pulsa... -- Dopo più di un?ora che ti stai sollazzando con tutti quei cazzi vorrei vedere. -- Si? sto godendo quasi. -- Fermati e rilassati. ? Lei si ferma e fissa la cam. E? stravolta.- Ok... ? mi dice.- Perché ti sto usando così. -- Perché mi vuole piegare, per poi usarmi come vuole. ? La cagna è molto intelligente, molto più soddisfacente di altre vacue schiave che ubbidiscono senza mai riflettere.- Vuoi venire cagna? - - Si... la prego. -- allora esci da quella gabbia e mettiti in piedi, ti voglio vedere bene. Lascia pure il plug. -- Grazie Padrone ? dice mettendosi in piedi. E? provata, ha i capezzoli arrosati, la fica gocciolante e il succo che le cola tra le cosce. Ora ha solo il vibratore che ronza nella fica.- Non ringraziarmi cagna, sarà ancora dura. Prendi il bambù ed allarga le gambe, fammi vedere bene la fica. Usa il bambù per venire, non ti devi toccare con le mani. -- Il bambù sulla fica? -- Sì, usa solo quello per venire, non mettere le mani sulla fica. -- Per farmi male o per eccitarmi? -- Usalo come vuoi, picchialo sul vibratore, accarezzati la fica? fai quello che vuoi, ma è quello che hai a disposizione per godere. -- Ok... -Vedo che lo picchietta sul vibratore e sul clitoride e sulle grandi labbra. Vedo le sue smorfie, sento che mugola e guaisce. Si contorce e si inarca. Soffre ma inizia a godere.- Sto venendo e mi sto spaccando ? mi dice con sofferenza. -- Brava cagna, sono fiero di te, ma ora chiedimi, con grazia, il permesso di godere. -- Mi faccia godere Padrone, non mi lasci così a lungo la prego. -La vedo che sfrega il bambù sulla fica e che ogi tanto si da dei colpi secchi, la vedo che soffre e che gode e le do il permesso di godere. - Grazie Signore ? abbassa la testa e mentre con il bambù spinge in dentro il vibratore e si accarezza tra le cosce con l?altra mano si accarezza le tette e strizza i capezzoli. Spinge il bacino in avanti e mi mostra la fica.- Brava cagna, sei perfetta. -- Neppure una cagna in calore si comporta così. -Poi si concentra si di sé. Mugola, geme e guaisce.- Sono una cagna da monta? - mormora più a se stessa che a me.- Da monta, da esibizione, da portare in fiera. Sei magnifica. -- Oddio... vuole esibirmi in questo stato. ? Quasi piange mentre si contorce per il piacere che monta.- Perché no, ma vedo che stai arrivando. -- Sto venendo... Siiiii -- Brava troia, sei uno spettacolo. -- A lei piace umiliarmi e far vedere chi sono? -- E cosa sei troia? -- Sto venendo di brutto... Un a****le da montare e usare come una cagna in calore. ?Non dico niente, la sento ansimare e muggire, la vedo contorcersi a gambe larghe e con il viso sfigurato da piacere e sofferenza.- Sto venendo e fa maleee. -- Non male cagna, sei spettacolare. -- Per cosa ? grida mentre gode, - per essere scopata come un a****le? Sono indecente.-La lascio rifiatare, riprendere, ci vuole un po?. Poi le chiedo ? come stai? -- Ho la figa scorticata, fa male in modo assurdo. Ma devo dire che ho goduto tanto? -- E come ti senti? - - Mi sento uno schifo. -- Sei stata stupenda, ora te lo posso dire, e mi hai eccitato come poche. Mi piaci molto e non ti darò in pasto a nessuno. Sei mia e solo mia. ?- Grazie Signore, mi piace essere Sua ancora ed ancora, ma mi prometta che non mi darà mai ad una Mistress. ?- Te lo prometto schiava, ora va a dormire, ci sentiamo domani. Ciao.-- Buonanotte Signore. -Le mutandine della mia ragazzaIniziai subito ad ispezionare con le mie mani i suoi grossi seni e poi le levai velocemente tutto il resto degli abiti, incluso quel splendido paio dimutandine che lasciavano intravedere anche la sua calda passerapelosa. Lei mi incitava a penetrarla subito, ma io preferii farla godere di più toccandole la figa umida con il mio cazzo bollente. Mamma quanto eracaldo! Dopo poco ci ritrovammo con il mio cazzo nel suo culo e le mie mani che le afferravano i fianchi per sbatterla per bene. Dopodiché, la rigirai sul letto e la misi con gli occhi rivoltiverso di me; vedevo chiaramente che il suo sguardo era di una di quelle donne davveroporche, a cui puoi chiedere tutto. Così le saltai sopra per un 69 e le feci inghiottire il mio cazzo duro e grosso; nel frattempo, io sguazzavo nei suoi umori della sua figa pelosa ed alternavo lo slinguazzare sul suo clitoridecon due dita messe nel buco della sua figa. Godeva, eccome se godeva! A quel punto, poi, le ho sborrato direttamentein gola, così per godere veramente appieno della situazione che si era creata e per concludere decisi pure di fotterla nuovamente, ma questa volta nella sua passera, fino a quando non ci ritrovammo distrutti nel suo letto, sudati, ma allo stesso tempo felici di aver goduto all?inverosimile. È stata davvero una notte indimenticabile! Le donne si confessanoeboraIl mio nome è Debora, senza la acca finale, ho quarantun anni, sposata con Luca, che di anni ne ha quarantaquattro.Ci sposammo, con l?autorizzazione dei miei genitori, quando io avevo solo diciassette anni. Anche se per la legge dello Stato, io ero minorenne, purtroppo e non per opera dello Spirito Santo, rimasi incinta.La prima ecografia, dopo tre mesi, fu una notizia, se vogliamo, esaltante, ma al tempo stesso, fu anche una pesante mazzata sulle nostre teste. Mi comunicarono, che per colpa di una cura, che il ginecologo, mi aveva prescritto, quando avevo sedici anni, il mio parto sarebbe stato gemellare.In effetti, io avevo avuto il primo ciclo mestruale ai dodici anni, ma, da quel momento, era scomparso tutto. Dopo svariate visite, ecografie e mille cose altre, mia madre ed io, ci recammo da un luminare del settore, che mi sottopose, ad una terapia a base di ormoni e infatti, il mese successivo, fui onorata di rivedere le mie belle e dolorose mestruazioni. L?anno seguente, conobbi il mio Luca e dopo aver resistito a lungo, ad accettare il rapporto completo, un giorno, soli a casa mia, io non ebbi la forza di resistergli e lui non ebbe la forza di togliersi in tempo. Mi dissero che avrei partorito due gemelli monozigoti, ovvero gemelli identici. In una ecografia successiva, ribadirono che era tutto molto chiaro, sarebbero stati due e di sesso maschile. Partorii, con parto naturale, il giorno del mio diciottesimo compleanno, e fu il primo anniversario della mia nascita, ad essere così faticoso e doloroso. L?ostetrica mi aiutò tantissimo e loro, i piccoli, aiutarono lei, collaborando fattivamente per uscire velocemente dalla loro stretta e umida coabitazione. La natura aiutò anche me ed essendo la mia dilatazione, molto ampia, tra una spinta e l?altra videro la luce i miei due bei maschietti. Luca, che aveva assistito al parto, era felice e raggiante, baciava me e baciava i bambini, poi mi accarezzava il viso, mi guardava con dolcezza, riconoscente e grato per avergli dato gli ?eredi maschi?, tanto agognati. Luca ed io, avevamo deciso, fin dal momento in cui il test, mi aveva mostrato quelle strisce azzurre, dicendomi che ero incinta, che se fosse stata una femmina il nome lo avrei stabilito io, mentre se fosse stato un maschio, lo avrebbe deciso lui. Così, mio marito li chiamò Manuele e Massimiliano. Io, per comodità, li chiamai poi, Lele e Massi. Dopo due anni, rimasi ancora, volontariamente incinta. Cercavamo la femmina e con il grande terrore, che anche questa volta, ci fossero dentro al mio utero, altri gemelli, magari pure maschi, ansiosi, ci recammo dal ginecologo. L?ecografia ci tranquillizzò, era solo uno, e forse, era pure femmina. In effetti, l?ecografia susseguente, confermò esattamente il responso della prima. Una femminuccia arrivava nella nostra famiglia, per essere colei, che magari, quando sarei diventata vecchia, mi avrebbe assistita e aiutata. La chiamai Monica, ma anche lei diventò presto per noi semplicemente Moni. Luca colpì ancora, con i suoi potenti getti e io rimasi per l?ultima volta incinta a ventidue anni. Per pareggiare i conti seminò un'altra femmina e così, per rispettare la regola della ?M? la chiamai Melissa detta Meli.Sacrifici e pazienza per crescere questa squadra di fanciulli e fanciulle, ma oggi, in età matura, ci troviamo una famiglia cresciuta in tutti i sensi, con dei figli maggiorenni e praticamente, a parte Meli, lavorativamente parlando, assolutamente indipendenti. I due gemelli hanno oggi 23 anni, Moni ne ha 20 e Meli diciotto. La nostra casa è situata in un paese appena fuori ad una metropoli del Nord. Abbiamo finito da poco di pagare il mutuo per la nostra villetta, che è la casa dei nostri sogni, e in generale, siamo ben voluti da tutti. Nel paese, quando la gente ci incontra, tutti si sperticano in complimenti per la nostra famiglia e in special modo ci complimentano per la bellezza e l?educazione dei nostri figli. Beh, direte voi, tutto va bene, avete la salute, dei bei figli, nessun problema economico, bella casa, amore coniugale alle stelle, lavorate quasi tutti, insomma, di cosa vi potete lamentare? Ecco, non è che ci lamentiamo, ma forse un problema esiste. In effetti è nato un grosso problema, che poi non è che ci assilli moltissimo, noi lo viviamo pure bene, ma comunque, date le normali consuetudini del novantanove per cento delle famiglie, il nostro dilemma è: Continuiamo o smettiamo? Riusciremo a interrompere o non sapremo rinunciare? Ecco, il problema è nato qualche mese or sono e io ora ve lo voglio raccontare????.Agosto 2012, i miei suoceri ci invitano a trascorrere le vacanze estive con loro e con la famiglia del fratello di Luca, in pratica i miei cognati con i loro tre figli.Dopo varie discussioni, interne alla nostra famiglia, decidiamo, un po? a malincuore, di accettare la proposta e annulliamo, non senza soffrirne, la prenotazione in un villaggio a Fuerte Ventura alle Canarie. L?alternativa, prospettata dai genitori di Luca, era, una vacanza, pagata da loro, in un Hotel cinque stelle, nelle Marche e precisamente a Grottammare. Hotel immerso nei pini con una fantastica vista sul mare. Le Canarie, sono le Canarie, ma il fatto che risparmiassimo un sacco di soldi, fu la molla, che ci spinse a optare per la vacanza tutti assieme. Luca, mio marito, è un uomo tranquillo, dirigente d?azienda, tratta tutto il suo prossimo con i modi eleganti ed educati che i suoi genitori, persone squisite, gli hanno inculcato fin da quando era bambino. A letto, dedica molto tempo ai preliminari, cercando di dare prima piacere a me e poi, in second?ordine pensando al suo. Ecco, suo fratello Nicola, a livello caratteriale e culturale, non gli assomiglia affatto. Certamente anche lui è stato educato bene, ma lui, ha avuto la sfortuna di incappare, fin da giovanissimo, in compagnie palesemente sballate. Poi, nel prosieguo degli anni, ha trovato ambienti di lavoro, dove i suoi colleghi muratori, lo hanno condizionato negativamente, sia nel linguaggio, pesantemente scurrile, sia nei modi di fare e sicuramente nella considerazione che lui ha delle donne in genere. Sboccato, volgare nei modi e nel verbo, sessualmente depravato, esibizionista e megalomane. Fisicamente è la copia di Luca, ma caratterialmente è l?esatto opposto. Sposò Carla, quando lui aveva trent?anni e lei, ne aveva venticinque. La ragazza, era una bella brunetta, non molto alta, ma con tutte le sue cose al loro posto e un seno da guinnes dei primati. Per la verità, ancora oggi, lei, ha mantenuto, sacrificandosi nell?alimentazione e frequentando con assiduità una palestra del centro, il suo gradevolissimo aspetto fisico . Lui la usa, nel senso vero della parola, egoisticamente, per il proprio godimento, lei invece, fingendo piacere, subisce, questi amplessi quotidiani, con pazienza e rassegnazione. Nicola è di quegli uomini che prediligono la quantità alla qualità, e di questo, si vanta spesso, con tutti con orgoglio e presunzione. Non c?è una cena con loro, che non venga fuori il discorso delle sue prestazioni, delle sue dimensioni e di quanto sia appagata e felice sua moglie. Carla con la quale io sono molto in confidenza, mi ha raccontato una loro strana e singolare usanza, voluta da lui per eccitarsi e ancora oggi, quella che loro organizzano tutte le sere. Lei va a letto prima di lui e????Ciao Nic io vado a dormire??Ciao, buonanotte, guardo ancora un po? la tv poi vengo a letto anch?io??Ok ?notte?Poi, dopo una mezzora lui, con una grossa torcia elettrica accesa, entra in camera da letto, lei si fa trovare ?addormentata? e nuda, con le gambe aperte, sotto le lenzuola, lui solleva le coperte e la ammira passando a lungo, il potente raggio di luce su tutto il corpo di Carla. Questa messa in scena, lo eccita da morire, poi lui spegne la torcia e con il pene ormai eretto la penetra. Ebbene si!! La penetra, così, a secco, senza null?altro prima. Lei, lo ha confessato a me, dopo massimo un minuto, finge l?orgasmo e lui viene subito appresso, felice e contento. Non voglio dire che questa manovra, se realizzata una volta, magari due, possa essere anche eccitante, ma se la cosa viene reiterata tutte le sere per venticinque anni, mi pare di poter asserire che mia cognata sia ormai giunta sicuramente alla paranoia più completa e pure sull?orlo di un imminente suicidio. Gli argomenti che ci fecero discutere a lungo sulla possibilità di accettare o meno questa generosa offerta erano quelli che ho appena elencato. Il giorno della partenza, alle sei del mattino, caricammo la nostra monovolume, riempiendo il grande bagagliaio con tutto l?occorrente e poi finalmente partimmo. Ci incontrammo tutti in un autogrill in autostrada per la sacrosanta colazione e già i primi approcci non furono tra i migliori. Mio cognato, che ogni volta che mi vedeva si adoperava in complimenti solitamente osceni, anche questa volta non volle mancare all?appuntamento con la volgarità e???Ciao Debby, più diventi vecchia e più sei una bella figa!!??Ciao Nic, tu invece non cambi mai eh??Mi abbracciò ?affettuosamente? e stringendomi la mano non trascurò di tenerla fra me e lui in modo da toccarmi le tette con il dorso. Naturalmente quando io mi voltai per andarmene mi arrivò la consueta pacca sul culo. Luca si lamentò con lui???..?Nic, tieni un po? le mani apposto dai!!!??Eh si, ci andrebbe un maschio come me, per la tua Debora!!?Luca non volle rispondere e la cosa finì senza conseguenze. Mentre eravamo sul piazzale contai quanti eravamo, sei noi, più cinque i cognati, compresi i loro tre figli e due i miei suoceri. Tredici in tutto, con tre macchine, così spedii i miei gemelli nella macchina dei genitori di Luca liberando un po? di spazio nella nostra. Il viaggio fu trafficato e lungo, giungemmo a destinazione in tarda serata, dove ci accolsero gli steward dell?hotel, con la livrea rossa e i bottoni dorati, aiutandoci a scaricare i bagagli, incaricandosi di farceli trovare fuori dalle nostre rispettive camere. Sbrigate le pratiche alla reception, un ?lift? ci guidò agli ascensori e ci condusse di fronte alle camere a noi assegnate.Erano belle camere, molto spaziose e tutte e quattro comunicanti fra di loro. Il bagno anch?esso spazioso e ricco di optional, tipo vasca idromassaggio e docce multiple, tecnologizzate. Le porte di comunicazioni erano doppie e quindi, non si poteva entrare nella camera adiacente senza prima essersi fatti aprire. Un lungo terrazzo vista mare all?esterno, diviso da pareti in vetro smerigliato, montato su telai in ferro, completava la dotazione degli alloggi a noi riservati. La nostra camera, con un letto matrimoniale e due singoli, era posta fra quella dei miei suoceri e quella dei miei cognati e delle loro figlie, Marzia e Loretta, mentre Lele e Massi avevano scelto l?ultima camera, che avrebbero condiviso con Fabio, unico maschio di Nicola e Carla. Quest?ultima camera, aveva sbocco all?esterno su un grande terrazzo angolare che, confronto al nostro, godeva quindi di un panorama più ampio e su più fronti. Alle ventuno, quella sera, dopo le varie docce ristoratrici, ci apprestammo al ristorante, dove, unendo alcuni tavoli, era stata apparecchiata, una lunga tavolata, riservata a tutto il nostro numeroso gruppo. Nel prendere posto al tavolo, Luca ed io attendemmo che si sedesse mio cognato e poi scegliemmo strategicamente di accomodarci esattamente dalla parte opposta. Le specialità marchigiane deliziarono i nostri palati e il vinello rosso fresco fece da degno contorno all?ottimo cibo. Dopo cena, uscimmo fuori dall?hotel per fare quattro passi e favorire la digestione, ci avviammo e superato l?ampio spiazzo antistante l?albergo, iniziammo a percorrere, il lungo viale alberato, che si inoltrava all?interno dell?enorme parco circostante. Esso era completamente illuminato da romantici lampioni, che dall?alto, diffondevano una tenue luce, calda e accogliente. Tutto attorno, il parco, ricco di pini secolari che, a quattro o cinque metri di altezza, si congiungevano e si toccavano formando una specie di copertura al lungo viale. Proseguendo per questo interminabile pergolato, sfociammo in un ampio spiazzo, piastrellato con blocchi autobloccanti e corredato da panchine in legno con l?intelaiatura artistica in ferro battuto. Al fondo di questo piazzale vi era un pa****tto in mattoni a vista, dal quale si godeva un fantastico panorama. Sottostante al muretto a pochi metri di distanza iniziava la spiaggia, che dopo una cinquantina di metri, si annegava dentro il mare scuro. In lontananza si vedevano le lampare dei pes**tori che dondolavano sulle loro barche, formando riflessi luminosi che si proiettavano come leggeri bagliori scintillanti sull?acqua nera come la pece. Il cielo era impunturato di stelle di varia grandezza e luminosità ed io appoggiata al muretto, guardavo negli occhi Luca, rapita da questa atmosfera così romantica e sensuale. Lo abbracciai, stringendomi a lui con tenera e languida passione. Mentre il gruppo degli altri, compresi i nostri figli, si allontanava per andarsi a sedere sulle panchine dello spiazzo, Luca ed io, ci sciogliemmo dall?abbraccio e passeggiando lentamente, ci appartammo in fondo, dove il pa****tto formava un angolo curvo. Protetti e celati dal tronco di un enorme pino, ci baciammo a lungo, lui, si accorse solo allora che le mie candide tette erano prive di reggiseno e iniziò ad accarezzarmele da sopra la maglietta leggera, strusciando il palmo delle mani sui miei capezzoli eretti. Poi le sue mani furono sotto la maglia e presero possesso delle mie turgide mammelle, stringendomele delicatamente, poi prese tra il pollice e l?indice i capezzoli e li strinse piano girandoli fra le dita. Mi sentivo la figa bagnarsi e spinsi il mio ventre contro la sua rigida virilità, lui rispose e a sua volta mi fece sentire il pene duro contro la mio addome teso. Luca, abilmente, in poche mosse, fece scendere fino alle caviglie i suoi pantaloncini corti e le relative mutande, io lo avvinghiai con le braccia attorno al collo e lui mi infilò le mani sotto la corta gonnellina, le mise sotto le mie natiche e mi sollevò, io portai le mie gambe a cingergli la vita, lo sentii poi trafficare per spostarmi le mutandine e finalmente il caldo oggetto dei miei desideri, fu a stretto contatto con la mia altrettanto calda umidità. Spinse verso l?alto il suo bacino, il cazzo duro, come un radar, trovò la mia apertura e si infilò penetrandomi lentamente fino in fondo. Io cercai di agevolare il movimento spingendo la figa verso il basso, ero eccitata, per la situazione particolarmente trasgressiva che stavo vivendo e arrivai all?orgasmo, rapidamente, con estrema facilità. Mi liberai della sua stretta e mi accucciai davanti a lui, lo presi in bocca avidamente, lo succhiai sulla cappella mentre contemporaneamente lo leccavo muovendo la lingua lungo il frenulo. La sua sborra, abbondante come sempre, mi arrivò in gola a schizzi violenti e io la lasciai scivolare dentro il mio cavo orale sentendola colare copiosa e densa, giù, oltre la laringe. Quasi fosse uno sciroppo balsamico, la ingoiai tutta, leccandogli avidamente il cazzo, fino a suggere ed aspirargli, l?ultima goccia, del suo prezioso nettare. Ci risistemammo velocemente e ancora con un po? in affanno, ci presentammo al gruppo, fingendo di commentare il meraviglioso panorama, che avevamo visto fino a quel momento. In quell?istante, notammo che mancava Nicola e domandammo a mia suocera, se sapeva dove era andato, ci rispose che era andato a fare quattro passi per favorire la digestione. Dopo pochi secondi, mio cognato, comparve, dallo stesso sentiero che avevamo percorso, Luca ed io, pochi minuti prima, aveva il viso un po? arrossato e tra i capelli un piccolo rametto di aghi di pino. Forse, arrivando aveva colto parte del nostro discorso sul panorama e????..?Già, la mia cognatina si è gustata un bel panorama!!??Beh si, dove siamo stati noi, si gode veramente un magnifico panorama!??Si, si, hai ragione, si gode, si gode proprio?. un bellissimo penorama, scusate panorama!?Arrossii all?allusione e compresi che il maiale ci aveva spiati e aveva visto tutto! Capii in quel momento il perché degli aghi di pino sui capelli! Si era nascosto il porco!!.Anche Luca aveva inteso il significato allusivo della frase di suo fratello. Mi guardò e con un cenno mi fece capire di lasciar perdere. Monica e Melissa, forse inconsapevolmente, ci vennero in aiuto?????Papi e mami, dai andiamo dall?altra parte, lì c?è il bar cosi ci prendiamo dei gelati.?Fui io a rispondere, assumendo un tono volutamente distaccato??.?Ok ragazzi andiamo, con sto caldo un buon cono gelato ci vuole!!!?Non mi resi conto che con questa frase, avevo fornito un ulteriore assist, alle allusioni sconce di mio cognato????..?Eh si un bel cono alla crema ci vuole, anche alla panna vero Debby????Carla, assillata dalle battute del marito, venne in nostra difesa???Eh basta! Piantala un po?!! Cavoli sempre le stesse allusioni!! E? ora che la finisci!!!?Lui, finalmente tacque e per il prosieguo della serata non profferì più parola. Io sapevo, sempre per bocca di Carla, che lui cercava di non farla mai ?incazzare? per non incorrere ai suoi dinieghi quando lui voleva fare sesso. Rientrammo, quando l?aria fresca della tarda sera, iniziò ad accarezzare la nostra pelle, facendoci rabbrividire, e invitandoci a ripararci all?interno. Ci sedemmo nella hall e ordinammo delle bibite e dei liquori. Chiacchierammo amabilmente per quasi un ora, poi verso la mezzanotte, ci arrendemmo alla stanchezza e decidemmo di andare tutti a nanna. Nella nostra camera, finalmente soli, ci spogliammo, ci lavammo e poi, stanchi, ci infilammo sotto le candide lenzuola e ci addormentammo rapidamente. Al mattino, verso le otto Monica e Melissa furono le prime a svegliarsi. Si salutarono sottovoce e poi decisero di alzarsi e in costume adamitico, si infilarono in bagno. Appena soli io mi abbarbicai al corpo di Luca, giocando un po?, sbaciucchiandolo e accarezzando il suo corpo muscoloso e liscio. Lui brontolò perché gli disturbavo il sonno ma dopo pochi attimi, accettò di buon grado le mie attenzioni e si lasciò coccolare amorevolmente. A malincuore, dovetti cessare l?amoreggiamento, le fanciulle, sempre nude, uscirono dal bagno e iniziarono a muoversi qua e là per la camera, aprendo e chiudendo armadi e cassetti per scegliersi le ?mise? per la mattinata in spiaggia. Pensai, che questo modo di comportarsi, alle ragazze, tranquillamente nude davanti a noi, glielo avevamo insegnato noi, ma non con le parole, ma bensì con il nostro comportamento, assolutamente libero e scevro da qualsiasi tabù. A dimostrazione di questo, Luca spostò il lenzuolo, gettandolo addosso a me, e nudo come un verme, con il pene dritto in avanti, si avviò, a sua volta verso il bagno. Udii, lo scroscio del potente getto, e il solito ?aaaaaaaaaaaa? di soddisfazione per essersi finalmente liberato la vescica. Le ?bambine? intanto, avevano scelto i bikini per la spiaggia, sui quali avevano indossato, dei copri costumi colorati in modo variopinto. Strappai faticosamente il mio corpo dal letto e anche io entrai in bagno. Mi sedetti sulla tazza e anche io sospirai la mia soddisfazione, poi, raggiungendo Luca, mi infilai sotto la doccia. Mi feci accarezzare a lungo dai getti d?acqua che provenivano da tutte le direzioni, premevo tutti i pulsanti che trovavo sulla consolle, e a mano a mano i getti d?acqua si modificavano, alcuni ruotando, altri variando la potenza e la forma del getto stesso. Due pulsanti erano contrassegnati con l?immagine schematizzata della donna e dell?uomo. Premetti il pulsante donna e un getto a mo di fontana si materializzò fra i miei piedi raggiungendomi fra le cosce. Aprii meglio le gambe e mi posizionai affinché la fontanella arrivasse nel punto prestabilito. Non era niente male e rimasi lì per un bel po? a godermi le fantastiche sensazioni di piacere che il getto d?acqua tiepida mi donava. Nella sua parte di doccia Luca vedendo me, premette il pulsante relativo all?uomo e una fontana, meno potente, ma simile alla mia, lo raggiunse sotto ai testicoli e anche lui si godette l?effetto benefico di questo marchingegno.Avvolta nell?accappatoio rosa, che aveva una grossa ?W? di colore blu scuro stampata sul retro, uscii dal bagno e procedetti anch?io alla scelta del bikini. Optai per il costumino giallo con il reggiseno a fascia e le mutandine tipo tanga, indossai un grande copricostume a foulard in tinta e completai con le classiche infradito. Legai i capelli con un elastico giallo e presi la trousse del trucco e lo zainetto con i cambi e i vari ammennicoli occorrenti in spiaggia e mi sedetti ad aspettare Luca. Lui, stava procedendo alla accurata rasatura della barba, operazione solitamente lunga e laboriosa. Al contrario lui fu veloce nel vestirsi, indossando il costume blu della Nike e le ciabatte con lo stesso marchio, i pantaloncini a quadri scozzesi e una polo azzurra della Fred Perry completarono il suo abbigliamento. Si accertò di avere il cellulare dentro lo zainetto e mi liberò del peso di quest?ultimo mettendoselo lui a tracolla. Raggiungemmo il ristorante per la colazione, al limite del tempo utile, e ci abbuffammo come se non avessimo mai mangiato in vita nostra. Poi, finalmente la spiaggia, lì giunti, trovammo tutta la famiglia riunita, compresi i nostri gemelli, già piazzati e accomodati sotto gli ombrelloni, bianchi e azzurri a strisce. Un inserviente si affrettò a fornire pure a noi i lettini e ci consegnò pure gli accappatoi azzurri, sui quali poterci sdraiare. Purtroppo, l?ombrellone che ci avevano riservato, era quello a fianco a quello di Carla e Nicola???.?Ehi cognata, che bel culo che ti fa sto costume!!??Ciao Nic vai tranquillo,continua pure con queste frasi del cavolo!!?Si, si, frasi del cazzo fin che vuoi, però la cremina di Luca ieri sera ti è piaciuta eh?????Smettila Nicola!!! Siamo fratelli, ma non puoi permetterti di comportarti così con mia moglie!!!!E? chiaro?????Anche Carla intervenne??.?Luca ha ragione, piantala un po? e leggiti il Corriere dello Sport che è meglio!!!!?Come nella norma, Nicola si calmò e smise per tutto il giorno di provocare. La prima giornata trascorse tra letture varie e creme solari spalmate a volontà per non bruciarsi ai cocenti raggi del sole. La sera, dopo la consueta cena luculliana, uscimmo e ci recammo a visitare il paese. Notammo che vi era una certa confusione e quando giungemmo nella piazza centrale illuminata a festa, sullo sfondo, in mezzo a dei palazzi storici, vi era un enorme palco e dei cartelli che pubblicizzavano ?Cabaret 2012 AMOREMIO? con la partecipazione di Enzo Iacchetti, Giobbe Covatta e molti altri comici e cabarettisti famosi. Occupammo in parte l?ultima fila di sedie dell?enorme platea e seguimmo attentamente, entusiasmandoci alle battute e ai monologhi degli artisti sul palco. Verso il termine delle varie performance, decidemmo di andarcene e camminando nel centro storico, percorremmo una strada stretta con vecchie case in pietra, molto caratteristiche. Stabilimmo poi di riposare le nostre gambe sedendoci ai tavolini di un bar che metteva a disposizione un grande dehor illuminato, con il cielo e le stelle come soffitto. Ordinammo dei beveraggi vari e dopo una buona mezzora, decidemmo di rientrare in hotel. Nessuno quella sera, aveva sonno e così chiedemmo al portiere se esistesse una saletta dove poter chiacchierare senza disturbare. Ci accompagnò seduta stante, in una saletta elegantissima, arredata con mobili stile Luigi V e con il pavimento interamente in parquet di legno, color noce chiaro. Giganteschi tappeti persiani, sui quali vi erano distribuite due tavole rotonde e relative sedie, sempre nello stesso stile dei mobili alle pareti, arricchivano ancora di più il raffinato mobilio. Nell?angolo in fondo, un salotto con poltrone e divani rivestiti di pelle morbida, di colore ?testa di moro?, formava un quadrato, con al centro un tavolino, sempre in stile, appoggiato sopra ad un altro coloratissimo tappeto persiano con sfondo rosso porpora. Ci accomodammo, chi sulle poltrone, chi sui divani e notai che, specie per merito dei divani così grandi e capienti, eravamo riusciti a sederci tutti e tredici, direi anche comodamente. Mi accorsi, solo allora che mi ero seduta fra Nicola, alla mia destra e Luca alla mia sinistra, lui a sua volta, aveva alla sua di sinistra, mia cognata Carla. Per una buona mezzora parlammo amabilmente scambiandoci le prime impressioni su questa nostra vacanza appena iniziata. Carla, ad un certo punto esordì scherzando????Ehi Luca, togli sta mano, mi stai sfiorando le tette!!??Oh scusa non me n?ero accorto, perdonami Carla!??Dai scherzavo non ti preoccupare, è colpa mia che ho le tette un po? voluminose!!?In effetti, Luca per comodità, teneva il braccio dietro alle spalle di Carla e la sua mano pendeva in avanti sfiorando con le dita le grosse poppe di sua cognata. Naturalmente, Nicola, non aspettava altro e intervenne alla sua maniera???Fratello, ti incazzi se dico qualcosa a tua moglie, poi tu tocchi le zinne alla mia??? ??Ma dai smettila, è che qui siamo un po? stretti, e non è difficile che succedano queste cose!?Dopo queste parole, ci fu un attimo di silenzio generale, poi le conversazioni ripresero come se nulla fosse successo.Ad un certo punto sentii la mano di Nicola strusciarsi contro la mia coscia destra e non era uno sfregamento casuale, era sicuramente voluto. Lo guardai negli occhi e lui ricambiò il mio sguardo con un sorriso beffardo. Lo afferrai per l?avambraccio e gli spostai la mano. Trascorsero forse dieci secondi e lui prese il maglioncino che si era tolto quando eravamo rientrati in hotel e se lo mise sulle gambe e ?casualmente? lo lasciò cadere, con la massima indifferenza, sulle mie cosce e sulle sue. La su mano ora era sotto il maglione e mi toccava la coscia, mi girai e sottovoce??.?Nicola, piantala per favore, non fare il cretino!??Sssttttt, non ti piace? Luca tocca le tette a Carla io tocco le cosce a te che male c?è??Luca era girato e parlava con Carla, io sentivo la mano salire e con essa salire anche la mia corta gonna. Percepii le sue dita fra le cosce, ero eccitata da questa situazione. La mia mente, mi ordinava di alzarmi, di farlo smettere, mentre i miei sensi mi consigliavano di lasciarlo continuare. Lui si era avvicinato con la bocca alla mia orecchia e mi sussurrava le porcate più inimmaginabili.?Ho il cazzo duro, metti la mano sotto il maglione, tu, una mazza così grossa non l?hai mai toccata in vita tua, ci scommetto!!??Ti prego smettila, dai Nicola te lo chiedo per favore?Per tutta risposta la sua mano salì ancora e si fermò solo dopo aver raggiunto il capolinea. Percepivo, anche senza toccarmi, che le mie esigue mutandine erano bagnate. Lui ci sfregava contro e io con la poca forza di volontà rimasta serrai forte le cosce. Sfilò la mano, che ricomparve come per magia emergendo da sotto il maglione. La sua mano da muratore, spessa e callosa prese possesso del mio polso sottile, e ridendo, con gli altri inconsapevoli famigliari, mi condusse la mano sotto il maglione, ma questa volta, dalla sua parte. Mi imbattei contro una protuberanza dura e lo impugnai. Aveva ragione lui, io un cazzo così in vita mia non lo avevo mai ne visto ne toccato. Era almeno il doppio di quello di mio marito. Nicola armeggiò con l?altra mano e io mi trovai a stringere la carne nuda e calda del suo membro rigido. Lo lasciai e con decisione mi alzai dal mio posto, obbligandolo a rimettere tutto il suo grosso armamento dentro le mutande. Si alzò anche lui e con il suo solito stile inconfondibile, disse ad alta voce?????Vado a pisciare!!?Lo lasciai andare, poi appena lo vidi entrare nei bagni dei maschi, lo seguii, entrando in quelli delle donne. Entrai e vidi una fila di porte, scelsi l?ultima in fondo e mi infilai richiudendo la porta alle mie spalle. Sollevai la gonna e mi abbassai le mutandine, poi senza sedermi sull?asse urinai rumorosamente. Mi asciugai con la carta igienica e sollevai il perizoma, vidi una larga macchia di umidità allargata sulla stoffa e cercai di asciugarla alla bene meglio con la carta igienica. Consumai, in questa operazione, quasi mezzo rotolo e poi mi rivestii e misi in funzione lo sciacquone. Aprii la porta e davanti a me con la patta dei pantaloni aperta e il palo duro fuori, vi era Nicola. Mi spinse a forza dentro il cesso e dopo aver chiuso il coperchio del water mi fece sedere. Quando mi trovai il suo enorme cazzo a contatto con le labbra della mia bocca, voltai il viso a destra per sfuggire il contatto, ma lui con quelle mani che parevano delle pale di legno massiccio, mi prese il viso e me lo girò spingendo la sua cappella viola contro la mia bocca. La ingoiai e mi fermai, lui spinse il grosso e lungo dardo nella mia cavità orale, iniziò a scoparmi in bocca, con movimenti lenti ma decisi. Smisi in quel momento di essere solo un oggetto di piacere per lui e volli partecipare attivamente. Lo impugnai alla base e iniziai a segarlo e spompinarlo a fondo???.?Aaahhhh, ti piace eh puttanella!!?????Mmmmmmm??Questo è un vero cazzo cognatina bella!! Ingoiamelo tutto, daiiii, che ti sborro in bocca troia che non sei altro!!!!Mi teneva la testa da dietro la nuca e io ingoiavo il suo cilindro di carne dura, lasciandolo penetrare fino in gola.La mia mano sinistra lavorava fra le mie cosce aperte. Avevo spostato le mutandine e mi ero infilate due dita dentro. Stantuffavo nella mia figa e spompinavo il suo cazzo con lo stesso ritmo. Lui ad un certo punto???..?Aspetta, non voglio sborrare, voglio scoparti maialona!!!Mi aiutò ad alzarmi e mi fece mettere a pecorina, sentii il suo glande contro la mia figa e lo accolsi in me provando un enorme e intenso piacere. Non durò molto la sua scopata, ma fu sufficiente a farmi godere come mai avevo goduto in vita mia. Senza preliminari, ma fu un orgasmo mai provato nella mia vita. Il suo cazzo enorme mi toccava dentro, in punti che mai Luca aveva raggiunto con il suo piccolo cazzo. Il punto ?G? forse era quello sul quale sfregava in quel momento, il grosso fungo della sua cappella. L?acme del mio piacere anticipò di pochi secondi la sua possente sborrata, mi inondò la figa, sentii il cic ciac del suo cazzo che entrava e usciva dalla mia vagina. Poi lo sprofondò in me quasi a voler far entrare le grosse palle, lo sentii ancora contrarsi e gli ultimi densi schizzi frustarmi le pareti della figa. Quando lo tolse, sembrò che avesse sturato una bottiglia di vino, ci fu un ?plop? e mi voltai mettendomi, a mo di tappo, una mano sulla patata. Con la carta igienica, raccolsi lo sperma che mi colava giù lungo le cosce, poi riconoscente, mi sedetti sull?asse e gli ingoiai il pene mezzo duro, lo leccai avidamente con la lingua e lo munsi fino a raccogliere le ultima gocce che fuoriuscivano dal meato. Con la provvidenziale carta igienica formai una specie di pannolino e lo sistemai alla bene meglio sulle mutandine, le sollevai e chiusi cosi la colata lavica che continuava a venir fuori dalla mia figa bollente.Lui, si risistemò rapidamente e uscì dal cesso e dopo pochi minuti anche io raggiunsi la compagnia. Guardai l?ora e mi accorsi che erano passati appena cinque minuti dal momento che ero andata in bagno fino al rientro mio e di mio cognato. Cinque minuti di intenso, violento, acuto e rabbioso piacere!! Mio marito mi osservava attentamente, io gli sorrisi cercando di mascherare il mio evidente disagio. Sentivo le vampate di calore sul mio viso bollente, per fortuna coperte dal rossore dei raggi solari del primo giorno in spiaggia. Mio cognato, parlava con gli altri con estrema naturalezza, da lui non traspariva la benché minima emozione. Dopo una buona mezzora, i miei suoceri si alzarono e decisero che per loro era giunta l?ora per andare a letto. Così anche io presi la palla al balzo e dissi che mi sentivo stanca, Luca si accodò a me e anche Carla e Nicola ci seguirono a ruota. I giovani invece si accordarono per rimanere ancora un po? in piedi. Ci dividemmo davanti alla camera dei suoceri e giunti davanti alla nostra io salutai prima Carla e poi Nicola. Mentre Luca e Carla ci volgevano le spalle, mio cognato mi strizzò l?occhio maliziosamente e mi strinse una tetta. Ricambiai lo sguardo e con la mano destra gli sfiorai il cazzo, la cui imponente forma era evidentissima sotto i calzoncini. Entrai in camera mia e mi catapultai in bagno chiudendo la porta alle mie spalle. Abbassai le mutandine, eliminai la carta igienica gettandola nel water e mi sedetti sul bidet. L?acqua fresca del getto centrale mi raggiunse la vagina e io lasciai che si prolungasse il benefico effetto rinfrescante.Mi lavai con cura aprendo bene le labbra, poi mi dedicai alla parte posteriore e quindi mi spogliai del tutto per infilarmi sotto la doccia tiepida. Strofinai a lungo la mia pelle, era come se io volessi levarmi di dosso, il mio comportamento scorretto, le tracce, per lo più psicologiche, delle mani di Nicola intimamente su di me. Quando uscii dal bagno, ancora con i capelli grondanti avvolti nell?asciugamani Luca era in piedi, nudo, che si sceglieva il costume per la spiaggia del giorno dopo. Vidi il suo pisello molle, che fino al giorno prima, io consideravo di dimensioni, per me, più che sufficienti e lo giudicai piccolino, insignificante. Pensai al grosso cilindro di Nicola, percepii le sensazioni profonde di piacere che simile aggeggio mi aveva donato. Dopo anni di matrimonio, stavo rivalutando, alla luce dei recentissimi avvenimenti, le dimensioni del cazzo. Ero sempre stata una donna convinta assertrice, che le dimensioni del pene non avessero alcuna importanza e che i preliminari, l?affetto, la dolcezza fossero più determinanti per la buona riuscita di un rapporto sessuale. Con Nicola, avevo quasi sicuramente scoperto, il famoso ?punto G? . La forma un po? ricurva verso l?alto, la sua grossa cappella, e sicuramente la lunghezza del suo cazzo mi avevano provocato sensazioni interne inimmaginabili, toccando punti fino ad allora inesplorati. A letto Luca si avvicinò ed io non me la sentii di rifiutargli il giusto e sacrosanto rapporto, Mi leccò con maestria come sempre, mi accarezzò con estrema dolcezza, mi penetrò scopandomi per lunghi e interminabili minuti, poi, io, per la prima volta nel nostro matrimonio, finsi l?orgasmo e lo abbracciai stringendolo a me, mentre lui eiaculava bisbigliandomi frasi d?amore eterno. Luca si addormentò in pochi minuti, mentre io dopo essermi rilavata per l?ennesima volta, rimasi al buio a lungo, a rimuginare sull?accaduto. Mi ripromisi che non avrei mai più accettato la corte e il sesso selvaggio che mi offriva mio cognato. Dopo questi propositi, mi addormentai serena, domani sarebbe stato un altro giorno??.Nei giorni successivi, respinsi con forza e decisione tutte le avance di mio cognato e riuscii a riconquistare rapporti soddisfacenti con mio marito. La sera del venti agosto, nella hall dell?hotel, fu affisso un grosso cartellone, che pubblicizzava una festa in maschera che si sarebbe svolta nel salone rosa dell?albergo stesso.Le maschere si potevano affittare a partire dalla mattinata seguente. Compilando un modulo di richiesta e pagando il relativo canone si poteva accedere al magazzino interno e scegliersi il costume che più era di nostro gradimento. Il nostro gruppo, a parte i suoceri, fu il primo a richiedere l?accesso al magazzino. Ci accompagnarono e in questa grande camera, appesi con cura, vi erano tutti i costumi da uomo, da donna e da bambini per mascherarsi in modo adeguato.Noi femmine, decidemmo di travestirci da uomini, con cilindro in testa, smoking, camicie con relative cravatte ecc?. I maschi, a questo punto, decisero di scegliere costumi femminili e si occuparono di scegliere gonne lunghe e corte, reggiseno imbottiti, mutandine rosse tipo baldracca e molti altri gadget. Dopo la annoiata giornata in spiaggia, la sera dopo cena, ci ritirammo tutti nelle nostre camere e ci aiutammo vicendevolmente a travestirci. Fummo i primi ad essere pronti e uscimmo dalla nostra camera, bussando alla porta di Carla e Nicola. Loro erano quasi pronti e Nicola ci portò in un angolo e aprì l?armadio, poi prese una s**tola rivestita di raso rosso, grande come una classica s**tola per gli stivali da donna, la aprì e ci mostrò il contenuto. Sul fondo adagiati tutti in fila, sul velluto nero, vi erano una decina di vibratori di diverse dimensioni e colori. Due di essi, per poterli indossare, avevano una cintura lunga di cuoio da legarsi alla vita. Presi in mano il più lungo e grosso dei due con la cintura e ridendo provai ad indossarlo. La cintura girava a vita e aveva poi un altro laccio che passava fra le gambe unendosi alla correggia che cingeva i fianchi. Lo tolsi e lo rimisi al suo posto fra le risate di tutti. Luca chiese a Nicola???Nic, ma dove cazzo li hai presi????In magazzino, la s**tola era un po? nascosta, ma io sono andato a vedere cosa conteneva e me la sono portata su. Facciamo qualche scherzo stasera!!??Si ma che fai, te li porti dietro???Si dai, metto tutto dentro ad una busta con i manici e me la porto appresso. La nasconderò da qualche parte!!?Nell?enorme salone ci saranno state una cinquantina di persone e verso le ventitré, il complesso posizionato in un angolo del salone, su di un palco sopraelevato, iniziò a suonare, dando il via alla festa in maschera ed ai relativi balli. Iniziai a ballare con Luca, ma poi cominciarono gli scambi e dopo un po? non capivo più nulla, le maschere celavano delle donne vestite da uomini e viceversa, poi, molti erano i costumi di attrici e attori famosi e di altrettanto famosi personaggi dei cartoni animati. Fu una bellissima serata e ci divertimmo veramente moltissimo. Stanchi, verso le due, riunimmo a fatica il nostro gruppo e decidemmo di andare a berci qualcosa nella ?nostra? saletta preferita. Ordinammo al bar bibite, liquori e caffè e ci infilammo nella sala che già conoscevamo. Il cameriere, ci portò i nostri beveraggi, ci fece firmare il conto con il numero delle nostre camere e se ne andò.Nicola, aveva ordinato un Glen Grant , Carla una sambuca Molinari, mentre Luca ed io due Cognac francesi. Si parlava, si rideva e si sorseggiavano i nostri liquorini, Nicola aveva posato il suo sguardo fisso su di me e io ogni tanto intercettavo i suoi occhi lascivi, ricambiando gli sguardi con un sorriso malizioso e provocante. Devo dire che io, sono prevalentemente astemia e che le poche volte che sorseggio un liquore, dopo pochi minuti sono praticamente ubriaca fradicia.Luca, ad un certo punto chiese a suo fratello che fine avessero fatto i vibratori e lui, allungò la mano destra e raccolse da terra, nascosta a fianco del divano, la s**tola rivestita in raso rosso.La posò sul tavolino e la aprì. Un po? brilli ci dimenticammo che con noi vi erano pure i ragazzi e le ragazze giovani che erano per di più pure nostri figli e nipoti. Carla ne prese uno e lo azionò, il classico ?zzzzzzzzzz? del vibratore iniziò a farsi sentire. Lei se lo portò fra le gambe strusciandoselo sopra i pantaloni da uomo che indossava. Lei simulava piacere chiudendo gli occhi e facendo scorrere la lingua per inumidirsi le labbra. Io allora mi alzai in piedi e provai ad indossare quello enorme con le cinture, visto che non avevo più la mano troppo ferma, Nicola mi si avvicinò e mi aiutò a cingerlo correttamente. Mi avvicinai a mia cognata, seduta, che sembrava godere veramente con il vibratore fra le gambe. Gli porsi il mio cazzone duro e lei lo prese in bocca simulando un vero pompino. Poi mi spostai e mi avvicinai a Nicola porgendogli il super cazzo da spompinare, lui con mia grande sorpresa lo prese in mano e se lo infilò in bocca pompandolo. Carla intanto, aveva spento e posato nella s**tola il suo vibratore e si stava facendo aiutare da Luca ad indossare l?altro con le cinghie. Una volta posizionato correttamente il finto cazzo, fece sedere mio marito e a sua volta iniziò a farselo spompinare. A vedere la scena da lontano sembrava una normale scena di sesso fra i due uomini in piedi e le due donne sedute sul divano, che gli stavano succhiando il cazzo. Nicola intanto pompava il cazzo e con una mano mi accarezzava da sopra i pantaloni la figa ormai irrimediabilmente bagnata. Vidi Luca che invece prediligeva le grosse tette di Carla e si stava adoperando a ?pastrugnargliele? stringendole nelle mani. Vidi di sfuggita che Lele si era infilato sotto il vestito ottocentesco di suo fratello gemello Massi e dai movimenti esterni capii che gli stava succhiando il cazzo. Poi i due fratelli si parlarono e presero per mano Monica e Melissa le loro sorelle e fecero entrare loro sotto le ampie gonne per farselo succhiare. Eccitata, raccolsi il mio bicchiere e ingollai con un sol sorso il mio cognac. Poi ordinai a Nicola di inginocchiarsi sul divano a pecorina, gli sollevai l?ampia gonna, rovesciandogliela fin sulla testa e vidi che lui sotto non aveva indossato nulla, era a culo nudo. Gli insalivai il buco del culo e poi puntai contro il suo ano il grosso cazzo finto e lo penetrai. Lo sentii gemere e lamentarsi, ma io ormai ero fuori di me, lo possedetti spingendogli a fondo il grosso pene di lattice duro. Carla vide suo marito sodomizzato e decise di fare la stessa cosa a Luca. Lo sentii ribellarsi a voce ma, impacciato dal lungo e voluminoso vestito, si fece mettere in posizione e stranamente collaborativo, aiutò sua cognata a sfilargli le mutande. Lei lo impalò e lui gridò per il forte dolore, ma lei?..??..?Maschi bastardi!!! Quando inculate noi va tutto bene eh??? Toh prendilo tu adesso, dimmi se ti piace porco maiale!!!?Io inculavo Nicola e lui, invece, non si lamentava, ma muoveva il culo agitandolo a destra e a sinistra. Mi fermai un attimo e gli infilai una mano fra le cosce, trovai le sue grosse palle e poi il gigantesco cazzo duro!!!!! Si ce l?aveva duro, a testimonianza che il grande macho godeva a farsi inchiappettare!!! Dietro una poltrona in modo più nascosto e riservato, Marzia, Loretta e Fabio, i tre figli di Nicola e Carla si stavano dando da fare tra di loro. Fabio stava leccando la figa a sua sorella Loretta, mentre Marzi leccava il culo a lui. Era in atto un orgia i****tuosa, che coinvolgeva tutti i componenti delle nostre famiglie. Smisi di inculare mio cognato quando lo sentii godere sonoramente. Poi mi lasciai cadere sul divano esausta e mi godetti lo spettacolo di mio marito che se lo prendeva fino in fondo nel culo. Guardai l?ora, riuscii a inquadrare le lancette del mio orologio e vidi che erano le quattro del mattino. Eravamo tutti appagati e soddisfatti sdraiati sui divani in posizioni volgari e quasi completamente discinti, quando sentimmo un ?toc, toc? alla porta del salone.Tutti in coro rispondemmo?.?Un attimo per favore!?Ci risistemammo alla bene meglio e Nicola nascose velocemente i cazzi finti, quindi lui stesso gridò?.?Avantiii?Il cameriere era venuto a ritirare i bicchieri sporchi e le lattine vuote, poi con la massima cortesia ci invitò a lasciare libera la sala.Luca mi cinse i fianchi e mi trascinò fino all?ascensore e quindi dentro la camera. Lasciandomi poi cadere sul letto, mi spogliò e mi mise a letto. Dormii fino a mezzogiorno e mi risvegliai con un terribile mal di testa. Lo dissi a Luca che mi rispose di non lamentarmi che il mio mal di testa non era niente a confronto del suo male al buco del culo. Ci trovammo tutti nella hall e poi mogi, mogi ci incamminammo verso il ristorante. Inizialmente il pranzo fu silenzioso, ma poi qualche bisbiglio, iniziò a farsi sentire. Per non far sapere ai vecchi, quel che era successo la notte precedente, ci limitammo a pochi commenti sulla serata in costume, tralasciando volutamente il prosieguo peccaminoso e i****tuoso.Ecco, questa è la situazione attuale delle nostre famiglie, dove ormai il sesso la fa da padrone e come vi dicevo all?inizio, ci disturba e ci tortura psicologicamente. Meglio continuare o meglio smettere???............
04-04-2021, at 12:11 PM
Alýntý
 




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