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Un fulmine a ciel sereno

 
Post #1


Un fulmine a ciel serenoLe idee sono strane. Spesso vengono così, inaspettate. Fulmini a ciel sereno che rischiarano bui periodi.Sia ben chiaro, il rapporto tra J ed il suo ragazzo era tutt'altro che in un momento buio, ma dopo due anni un poco si era appiattito, specialmente nell'intimità.J stava parlando con una collega del caldo di Luglio e della taccagneria della GDO che, in quel clima torrido, non accennava ad alzare l'aria condizionata, lasciando le povere in un bagno di sudore sotto il camice.?Se continua così domani vengo solo col camice!? tuonò la collega.?Ma smettila... non ti sembra di esagerare?? rispondette J, ?e poi spero non proprio solo, SOLO col camice!? disse con un mezzo sorriso, sperando di mettere la piccola rossa in imbarazzo.J era una ragazza molto sveglia, con la battuta sempre pronta ed una intelligenza che si poteva intuire dai suoi occhi. Cresciuta in un piccolo paese ed una delle poche ragazze dalla compagnia, era abituata a fare certe battute maliziose che talvolta mettevano in imbarazzo altre.?Beh, potrebbe essere un'idea! Magari finalmente il tipo della sicurezza mi nota!?Scoppiarono a ridere.J fù molto sorpresa, ma al contempo compiaciuta di aver finalmente avuto per una volta una risposta a tono.Era uno spirito libero, selvaggio talvolta, e spesso si trovava indispettita dal comportamento bacchettone e bigotto delle persone che le stavano attorno. Specialmente quando faceva battute a sfondo sessuale.?In effetti è sempre stata una mia fantasia una bella cena col mio uomo, solo con un mini abitino nero e nulla sotto... Arrivare a metà cena e sussurrarglielo all'orecchio...?.J non avrebbe mai creduto che la piccola collega avesse potuto mai avere un'idea del genere.Vennero interrotte bruscamente dall'arrivo di un cliente, e non ebbero più la possibilità di riprendere il discorso. R probabilmente si rese conto di essersi lasciata andare un po' troppo, e lasciò cadere la cosa.Ma per J quella frase fù un luminoso e possente fulmine.Si poteva provare.Organizzò quindi per il venerdì successivo, dato che il sabato sarebbe stata a casa ed i suoi genitori via per le ferie estive.Prenotò una tavolo in una ristorante del quale erano abituali clienti, a qualche chilometro da casa sua, per non far insospettire troppo il suo ragazzo.Certo la strada era scomoda, in mezzo ai boschi e piena di tornanti, ma anche quello era calcolato.Comprò un vestitino nero molto fasciante, cortissimo, con una scollatura non troppo profonda e che lasciava però la schiena nuda.Ne aveva provati almeno una ventina, fino a trovare quello giusto.Lo scollo avrebbe scoperto il seno, piccolo ma con una forma perfetta, e mostrato i suoi capezzoli, che immaginava resi turgidi dall'aria condizionata e dall'eccitazione, se si fosse chinata leggermente più del dovuto.La schiena nuda faceva d'altronde chiaramente capire che non avrebbe potuto portare il reggiseno.Certo, ora ci sono quelli in silicone adesivi, ma per fortuna lei non ne aveva bisogno. La natura era stata generosa con lei, e tutta l'attività fisica che aveva fatto e faceva contribuiva a rendere stupendo un fisico già naturalmente bello e proporzionato.La parte più difficile fù sceglierne la lunghezza.Valutò dapprima un lungo abito con uno spacco altissimo che si apriva verso l'inguine, ma poi pensò sarebbe stato scomodo per la seconda parte del piano.Lei sapeva cosa voleva,e lo avrebbe ottenuto: lui non avrebbe dovuto riuscire ad arrivare a casa, avrebbe dovuto desiderare di fermarsi in una strada appartata e prenderla sul cofano della macchina.Optò quindi per una soluzione un po' più drastica. Due dita sotto la linea del pube,il minimo per accavallare le snelle gambe senza mostrare nulla.L'idea di indossare solo quello la eccitava e spaventava al contempo.Qualche anno prima, nelle afose giornate di aria immobile ed umida di una città universitaria, era solita andare in giro per casa nuda, o al massimo in perizoma, insieme alle sue disinibite coinquiline. Non le importava se qualcuno le guardava, anzi. In fondo a J era sempre piaciuto essere desiderata e guardata con lo sguardo di chi ti vorrebbe prendere per ore.Ora però qualcosa era diverso. Avrebbe desiderato ancora cogliere gli sguardi dei presenti che si eccitavano chiedendosi che tipo di intimo avesse sotto, e se lo avesse. Ed ancora di più quello dei fortunati che avevano visto cosa realmente avesse, o meglio non avesse, sotto il vestito. Le piaceva pensare mentre fantasticavano di lei, compiendo atti peccaminosi. Ma l'unico che veramente voleva veramente provocare era il suo uomo.Forse quello poteva essere considerato tradimento. Forse... ma non voleva rischiare.La sua migliore amica, una delle ragazze dell'appartamento universitario, le avrebbe sicuramente detto di no. Se non si arriva al contatto fisico non è tradimento. Il flirtare, guardare un porno o chattare non sono tradimento, come usare la fantasia.Lei però aveva smesso di provocare, anche se in effetti non era peccato, ma forse era quello che le mancava.Per una volta, si sarebbe tornati alle vecchie abitudini.Certo, quegli sguardi sarebbero serviti ad eccitarla, a preparare il campo per lui.Lo sguardo voglioso ed eccitato delle persone che l'avrebbero mangiata con gli occhi avrebbe reso turgidi i capezzoli, gonfie le labbra e reso calda ed umido il suo frutto, in maniera che il suo ragazzo potesse coglierlo nel momento migliore.Alla fine comunque, come se fosse una barriera tra lei ed il mondo (o forse tra J ed una sua parte sopita), optò per un'altra tecnica, e decise di accompagnare all'abito un perizoma in pizzo nero trasparente, aperto sull'inguine e con una fila di perline che le avrebbero accarezzato labbra e clitoride ad ogni movimento.Il piano prendeva forma.Lui era sotto casa di J da almeno mezz'ora che aspettava.Lei lo aveva fatto aspettare apposta, dicendogli di arrivare mezz'ora prima del necessario.Voleva cucinarlo per bene.Quando lui mandò il primo WhatsApp chiedendole a che punto fosse, lei gli rispose che si stava truccando, cosa che per lei consisteva in un filo di matita, un po' di rossetto e del mascara.Aveva un viso molto carino, non le piaceva esagerare con quei pasticci.Dopo dieci minuti, al secondo messaggio dove lui minacciava di andarsene, aveva risposto che stava per scendere, aggiungendo delle scuse seguite da una foto allo specchio.Di schiena, i capelli sciolti che le cadevano fino a sotto le spalle, e le sue natiche perfette incorniciate dai due fili che componevano il dietro del minuscolo tanga.Appena vide quella foto lui decise che era il caso di aspettare, ed iniziò a fantasticare sul cosa avrebbe potuto farle.Decise che oggi la avrebbe presa da dietro con ancora il tanga addosso, ed a quel pensiero sentì un movimento di approvazione del suo fedele compagno, che iniziava ad essere interessato dalla cosa.La porta della macchina si aprì, e lei entrando esordì con uno ?Scusa caro, giuro che mi farò perdonare!? accompagnato da un'occhiata piena di sottintesi tali che, insieme al fantasticare interrotto ed alla visione del''abito, lo portò all'erezione.J notò la cosa, ma fece finta di nulla. Il suo piano procedeva bene.Durante il viaggio parlarono del più e del meno, e lo sguardo di lui spesso cadeva nell'incavo che si creava tra le gambe di J accavallate, col vestito che rimaneva sempre ad un pelo dallo scoprire il tanga. In effetti fosse stato leggermente più largo, avrebbe mostrato tutto il liscio ben di Dio che lei aveva appena più sopra.Accortasi di ciò J inizio a cambiare spesso posizione, ma grazie alla di lei maestria ed al tessuto elasticizzato, lui non riusci mai a veder nulla, mentre cresceva in lui l'istintiva voglia di scoprire ciò che era, per ora, celato.La frustrazione del non riuscire a scoprire quei segreti veniva però mitigata dal fatto che nel cambiare posizione lei si chinasse leggermente, facendo sapientemente in modo di mostrargli che quella sera non indossava il reggiseno.Non troppe volte per non far perdere valore alla cosa, ma abbastanza spesso per mantenerlo eccitato.J aveva un brutto rapporto con il reggiseno e lo indossava pochissimo, solo al lavoro (e neanche sempre), ed a quel genere di cene, dato che in quelle occasioni si sentiva in dovere di sfoggiare lingerie sexy, sempre trasparente o di fogge che lasciassero il più possibile libera la pelle.Arrivati al ristorante lui parcheggiò e scese per primo, poi andò verso l'altra portiera per farla scendere, pensando che finalmente avrebbe potuto vedere quello che la foto aveva tenuto nascosto.La delusione però fu ancora cocente. Lei era davvero bravissima nel muoversi per far vedere o non vedere ciò che voleva.Scese e si avviò verso l'entrata, con un passo ondeggiante sopra quei lunghi tacchi che alzavano ancora di più, se possibile, il perfetto fondoschiena che sembrava disegnato da un maestro del fumetto erotico.Lui la seguì, pensando a quanto fosse fortunato averla.Piccolo, molto elegante ed intimo, con luci soffuse e musica classica in sottofondo, il locale era famoso per una strana scaletta di portate.Si iniziava sempre da un antipasto, poi un primo, ed infine il dolce.Nessun secondo. Da qui il nome, ?Il secondo mancante?, fine gioco di parole sul concetto di attimi persi o che si potrebbero perdere.Era quasi l'ora del dolce, e J aveva passato tutto il tempo a parlare con il suo uomo del più e del meno, continuando a fare ammiccamenti ed usando frasi a a doppio senso.Mangiava in maniera provocante, e continuava a spostare il busto in avanti, dando a lui la possibilità di ammirare la sua seconda perfetta, soda, dalla pelle delicata. Come previsto da J, l'aria condizionata e l'eccitazione nel vedere che alcuni avventori continuavano a guardare nella sua direzione lanciando sguardi che la spogliavano con gli occhi, la avevano eccitata a tal punto da avere i capezzoli turgidi, e non solo.Si sentiva bagnatissima, e decise che era il momento.Certo, anche il filo di perline del tanga aveva contribuito.?Vado in bagno mentre aspetto che ci portino il dessert, caro.? e senza aspettare risposta si avviò verso al porta del bagno.Entrata nella sala con lo specchio si sfilò il perizoma ormai fradicio, incurante del fatto che ci fossero due altre ragazze in fila, pensando al fatto che sapeva che ormai il suo ragazzo non aveva smesso l'erezione da quando era entrata in macchina.Una la guardò sbigottita, l'altra le fece il gesto del pollice ?Il tuo ragazzo è proprio fortunato!?.?Lo è? rispose J.Con l'intimo nascosto nella mano tornò al tavolo andando verso di lui.?Hai fatto presto!? disse il ragazzo.?Guarda un po', deve esserti caduto questo!? disse lei in tutta risposta, e facendo finta di raccogliere qualcosa fece in modo che lui potesse finalmente godere appieno del contenuto della su scollatura, e regalando una visione indimenticabile all'uomo sulla trentina che sedeva nel tavolo dietro di lei.Per poco non si strozzò con il vino che stava bevendo in quello stupendo attimo.Si rialzò e gli mise in mano il perizoma, andando subito a sedersi mentre lui cercava di capire che fosse successo.?Ripensandoci credo sia caduto a me...?Ormai l'uomo del tavolo affianco aveva seguito tutta la scena, e non riusciva più a toglierle gli occhi di dosso.Lei lo aveva notato, sapeva che avrebbe voluto portarla nel bagno e prenderla in ogni modo possibile, ed ormai gocciolava dall'eccitazione per quella situazione e soprattutto per lo sguardo del suo ragazzo quando, ormai conscio della situazione, aveva incrociato il suo.Lui mosse le labbra, ma senza emetter un suono, pronunciando un chiarissimo quanto inudibile ?Ti scoperò fino a quando non mi implorerai di smettere?.Lei sperava fosse vero.Mangiarono in fretta il dessert, pagarono e corsero in macchina.Appena partirono lei gli slacciò i pantaloni, tirando fuori una delle più vigorose erezioni che avesse mai visto, si chinò in mezzo alle sua gambe (gran cosa il cambio automatico), ed iniziò a leccargli il membro.Lui per risposta le mise la mano in mezzo alle gambe con l'intenzione di penetrarla con un dito, ma sentendo al quantità di umori decise che tre sarebbero andate bene.Lei sussultò mentre lo faceva, dicendo ?Sei già fradicia, quanta voglia hai???Zitto e non distrarti? rispose, poi tirò fuori la lingua, per far più spazio nel cavo orale, e glie lo prese quasi tutto, fino a sentirlo in gola. J non usava mai le mani per queste cose. Le cose si fanno bene o non si fanno, era solita dire.Dopo pochi metri lui si infilò in un sentierino di campagna, totalmente impossibilitato a continuare a guidare, venendo copiosamente quando lei, per il contraccolpo della frenata, si ritrovò la sua erezione come mai prima in profondità, arrivando a toccargli lo scroto con la lingua.Nonostante l'imprevisto, J bevve avidamente il suo amore, e quando riprese una posizione eretta vide lo sguardo estasiato e stupito di lui, e disse ?Io sono una brava bambina, e le brave bambine non sputano mai, lo sai... Forse le prossime volte dovresti usare un po' più di forza, non sempre, ogni tanto... hai visto fino dove posso arrivare??.Lui non ce la fece più a trattenersi e le si lanciò addosso, abbassandole il vestito.?Non qua!? tuonò lei.Il suo ragazzo si ritrasse confuso,quasi in colpa, ma vedendo lo sguardo deluso, quasi disperato, lei aggiunse con uno sguardo pieno di promesse ?Non vorrai mica sporcare la macchina nuova??, e nel mentre si fece indietro e scese dalla vettura.Fece il giro del cofano e si mise davanti alla ruota sinistra anteriore, appoggiando le mani al cofano, il vestito che ormai aveva la foggia di una cintura.Lui scese e la trovò con le gambe divaricate, con le natiche messe in risalto dalla schiena inarcata, che lo guardava vogliosa da dietro la spalla destra.?Ma dalla strada...? iniziò timidamente lui, ma venne interrotto da un secco ?Scopami ora, come mi hai promesso!?.Lei era così. Carina, dolce, amorevole. Ma amava il sesso, perdeva al testa in quei momenti.Lui obbedì, penetrandola in un unico, forte e vigoroso momento, arrivandole in profondità e provocandole un sussulto ed un gemito.La bloccò tra di lui ed il passaruota, tenendole i lunghi capelli come una briglia con la mano sinistra, ed usando pollice ed indice della destra per tirarle e strizzarle il capezzolo.Ogni volta che le entrava deciso si J gemeva, ed insieme un rumore come di uno schiaffo provocato dal pube di lui che si scontrava contro il marmo delle natiche della ragazza.?Più forte, più veloce, più a fondo!? lei gridava, e lui aumentava forza e velocità ad ogni movimento, fino a quando egli eruppe in un getto che riempì J, mentre anche lei veniva tremante per la forza delle contrazioni, che spinsero fuori il povero ragazzo.Lui si accasciò sulla ragazza, e dopo pochi istanti usati per riprendere fiato J sussurrò ?Amore, pesi un pochino, non potresti fare qualche passo indietro??Lui si sentì in imbarazzo e fece due passi indietro, quasi cadendo per via dei pantaloni calati.Con grande stupore del ragazzo, lei si inginocchiò e glie lo prese nuovamente in bocca, facendo rinvenire l'erezione.?Ma...? iniziò lui.Lei per tutta risposta si alzò, si mise piegata, questa volta completamente, sul cofano e tenendosi le natiche allargate con le mani. ?Antipasto, primo... ora il dolce, tesoro. Manca un buchino... E poi non sei ancora riuscito a farmi implorare di smettere..?Non se lo fece ripetere.Durante tutta la scena J non smise mai di controllare con la coda dell'occhio verso la strada.Un rumore improvviso, un'ombra, anche solo la fantasia che qualcuno potesse vederla, la facevano eccitare come non mai.Ma per sfortuna o forse fortuna, nessuno passò davvero.Quella sera, dopo essere tornati a casa si misero nudi nel letto e si addormentarono tra mille coccole e dolcezze.La mattina lei tolse tutte le tende dell'appartamento, anche quella della grande porta finestra di camera sua, che dava su un amplio balcone dove ogni tanto prendeva il sole mentre studiava o ascoltava musica. La possibilità (anche remota) di venire guardata, di sentirsi desiderata, le piaceva e la eccitava, era tempo di smettere di negalo.La sua famiglia aveva tutto il settimo piano di un palazzo di otto, e non aveva nessuno intorno, a parte l'attico del palazzo di fronte, in cui qualcuno aveva appena traslocato dopo almeno dieci anni in cui era rimasto vuoto.J stava preparando la colazione con indosso solo un grembiule da cuoca.?Cara, ma quello con al finestra davanti a camera tua, non è il tizio che ieri era nel tavolo vicino al nostro???Uff, non potrò più prendere il sole nuda sul terrazzo? Che palle...?J andò a guardare ed osservò il tizio che faceva esercizi nella sala che aveva adibito a palestra, con la finestra davanti alla sua camera da letto.?Non mi pare.. Oops, guarda che è caduto...? e così dicendo so girò divaricando le gambe dritte e toniche, mimando il prendere qualcosa a terra, e dischiudendo al contempo un fiore succoso e pieno di linfa, bagnato dalla rugiada del mattino.Quel giorno fecero circa l'equivalente di altre due cene, ma J non implorò mai il suo ragazzononostante il suo impegno e creatività (ad un certo punto prese anche un bunny che J teneva nel cassetto dei ?giochi? ed improvvisò una doppia penetrazione, con lui dietro ed il vibratore davanti).Fù una giornata stupenda, che in effetti ravvivò il rapporto della felice coppia.Tuttavia la ragazza non mise più le tende in camera sua, né smise di prendere il sole nuda.Ma questa è un'altra storia.
04-06-2021, at 08:53 PM
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